L’acquazzone di Palermo regala qualcosa a tutti. Un punticino corroborante a Palermo e Roma, formazioni con discrete ambizioni alle prese con un periodo semi-oscuro. Il Palermo veniva da una disfatta di gioco e di risultato a Parma, la Roma aveva preso un brodino all’Olimpico e si interrogava sulle prossime mosse dettate dal nuovo nocchiero, il testaccino Ranieri. Tutto sommato la gente rosanero accorsa allo stadio si è divertita e il “nuovo” Palermo di Zenga non è apparso alla stregua di un’orchestra senza spartito. Il Coach Z. aveva annunciato novità importanti. E così fu. Le scelte ci sono state e somigliano a giudizi sommari, promozioni e bocciature. Dentro Simplicio e Goian al posto di Bovo e Pastore. Il brasiliano, nell’orizzonte della sua trequarti, ha giocato una partita buonissima, ammirevole per ardore, significativa per tecnica e geometria. Javier Pastore avrà tempo di crescere, all’ombra di una panchina. Maltempo a parte, uno solo il protagonista negativo della gara. E spiace dirlo perché è bravo e simpatico. Ma Fernando Moedim, in arte Rubinho, non ne ha azzeccata una. Assolto sul tocco ravvicinato di Brighi, colpevole senza indugi per un’uscita a vuoto sulla capocciata di Burdisso e per il rigore provocato, con un inopinato scivolone sulle gambe dell’acerbo Okaka, quando la partita stava ormai sgocciolando e lasciava cadere stille di autentico miele sul palato degli aficionados rosanero. Queste le tracce fondamentali.
La cronaca ha visto una Roma che ha sciorinato una partenza più aggressiva, come se l’abbuffata contro la Fiorentina fosse già il ricordo di un sapore lontano. Pronti via. Tacco magico di Totti, Brighi dritto come un treno in porta. Uno a zero. Rovesciamento dopo qualche minuto. Miccoli, la palla si ferma a un metro dalla riga. Burdisso interviene con la leggerezza di un elefante a un congresso di libellule e scalcia sul palo. Budan: uno a uno. In quel momento sembrava che la rappresentazione in atto potesse bastare per le coronarie dei tifosi abbondantemente irrorate dalla pioggia. Non è bastata. Cross lupacchiotto. Ruby confeziona la danza del portiere incerto: esco-entro-esco-vabbè entro. Burdisso alla Carla Fracci. Due a uno. Finita? Ma quando mai. Cross dall’altra parte. Burdisso decide di restituire il favore. Prima si fa prendere a spallate da Simplicio che, con i tacchi a spillo, gli arriverà ai garretti. Poi osserva estasiato la rasoiata di Miccoli, due a due. Nota a margine: nel primo tempo Totti è stato ammonito come potrebbe capitare a un qualunque essere umano in serie A. Finalmente. Ma avrebbe meritato il rosso per proteste villane e reiterate. Ripresa con arrembaggi reciproci. Tre a due di Nocerino, modello flipper. Infine, attacco a testa bassa della Roma con schema preferito di Ranieri (traversone mollo al centro dell’area, un gustoso regalo ai difensori). Allora, Rubinho decide di intervenire come il deus ex machina de noantri. Accalappiata delle gambe di un attonito Okaka. Rigore ineccepibile: Totti gol.Qualche minuto di patema. Triplice fischio. Palermo e Roma hanno un futuro e tutti ci hanno guadagnato qualcosa. Resta un dubbio: nella notte che scende, mentre le nuvole scappano, dove sarà Rubinho?
Il tabellino:
PALERMO Rubinho; Cassani, Goian, Kjaer, Balzaretti; Noverino, Migliaccio, Bresciano; Simplicio (73’ Blasi); Miccoli, Budan (75’ Mchedldize). (a disp. Sirigu, Bovo, Pastore, Bertolo, Blasi, Succi, Mchedldize). All. Zenga
ROMA Julio Sergio; Cassetti (60’ Motta), Burdisso, Juan, Riise; Taddei, De Rossi, Pizarro (80’ Okaka); Brighi (55’ Faty); Totti, Vucinic (a disp. Lobont, Mexes, Okaka, Motta, Faty, Guberti, Menez) All. Ranieri
Reti: BRIGHI (20° 1T), BUDAN (41° 1T), BURDISSO (46° 1T), MICCOLI (48° 1T), NOCERINO (12° 2T), TOTTI (43°2T) (Rig.)
Ammoniti: Goian, Migiaccio, Budan (Palermo); Totti (Roma)