PALERMO – Si è appena chiuso il 2020 e il Palermo si approccia al 2021 con tanti dubbi, sorti soprattutto nelle ultime settimane. Eppure l’anno era iniziato con le migliori premesse: rosanero primi in classifica in Serie D, tifosi entusiasti e ambizioni importanti. Non che quest’ultime siano ridimensionate, ma certamente il cammino è più tortuoso di quanto si potesse immaginare.
Il successo nella quarta serie e il ritorno tra i professionisti arriva in sordina per via dell’interruzione del campionato, con l’ultima gara chiusa in bellezza con un rotondo successo per 4-0 al “Barbera” col Nola (tripletta Floriano).
I progetti iniziano a prendere corpo fin dalle settimane seguenti all’ufficialità dell’approdo in Serie C: l’arrivo di Boscaglia e dei nuovi calciatori, ma anche le prime incertezze da parte della piazza che si chiede se la squadra riuscirà ad essere competitiva in campionato.
Il Palermo parte col freno a mano tirato con Ternana e Bari che fuggono immediatamente. Fuori dal campo, però, il club prosegue con le sue numerose iniziative (museo e 120esimo anniversario) e soprattutto col progetto del centro sportivo di Torretta per il quale la società di viale del Fante si è aggiudicata il campo comunale e ha formalizzato l’acquisto dei terreni circostanti.
LA SEPARAZIONE
L’ultimo mese è quello più complicato a livello gestionale con Tony Di Piazza che, dopo aver abbandonato la carica di vicepresidente, ha annunciato lo scorso 11 dicembre al Cda di voler recedere dall’accordo preso nel luglio 2019 con Dario Mirri.
“Non entro nel merito dei motivi, già oggetto di confronto nelle sedi societarie opportune, ma certo mi spiace per questa decisione, che altro non è se non la formalizzazione di quanto già precedentemente noto – ha spiegato Mirri ai microfoni dell’Italpress -. Tutti gli obblighi rimangono ovviamente validi – sottolinea il presiedente del Palermo -. Il capitale è stato interamente sottoscritto e quindi non ci saranno ripercussioni sulla disponibilità economica della società nel rispetto degli impegni assunti e del budget triennale complessivo approvato a luglio del 2019”.
LA LETTERA DI DI PIAZZA
Le motivazioni della scelta dell’immobiliarista italoamericano sono diverse: “Ho creduto – scrive Di Piazza in una lettera inviata ai soci – nelle persone con le quali avevo pensato di poter percorrere un lungo cammino verso il successo di una squadra che ritenevo (e ahimè ritengo tuttora) meritasse molto più di ciò che ha ottenuto e ho pensato che tale collaborazione potesse andare oltre il gioco dei ruoli tra “minoranza” e “maggioranza”. Non solo sono stato escluso dalla vita della Società (alcune notizie importantissime le ho dovute addirittura apprendere dai giornali!), ma cosa ben più grave le intese raggiunte a suo tempo e sulle quali avevo fondato la mia decisione di entrare a far parte della Società non hanno trovato attuazione secondo quanto mi aspettavo. Ciò con mio grande rammarico, come uomo, come imprenditore e come tifoso del Palermo”.
Una situazione che certamente non giova al Palermo e ai suoi tifosi che iniziano a chiedersi quale sarà il futuro della squadra rosanero. Da parte della società continuano ad arrivare rassicurazioni: “Se ci sono margini di avvicinamento dipende dalla volontà dei soci che io non posso interpretare più di tanto, lo dirà il tempo – ha ammesso Sagramola ai microfoni di TRM -. La cosa che mi preoccupa sono gli eventuali effetti sulla Palermo F.C. che come risulta nel breve non ci sono, si continua a lavorare portando avanti l’attività senza problemi”
L’ANNO NUOVO
Tutta la responsabilità adesso è sulle spalle di Dario Mirri e della Damir, con l’auspicio che il 2021 possa rilanciare il Palermo e tutto ciò che c’è intorno: dalle ambizioni di promozione in Serie B alla alla costruzione del centro sportivo, la nuova “casa rosanero”.
