Serpeggia non poca preoccupazione tra gli esercenti in vista delle strette annunciate dal governo centrale. Ad impensierire soprattutto i ristoratori sono le possibili chiusure del fine settimana. “Siamo pessimisti. La situazione si era tranquillizzata, anche in assenza dei ristori promessi e mai arrivati. Le chiusure paventate in queste ore ci stanno gettando nel panico”, dice con amarezza Lorenzo Costanzo, segretario confederale della Cidec etnea.
Gli occhi sono puntati su Palazzo Chigi. “I commercianti temono una stretta soprattutto perché si lavora soprattutto il sabato e la domenica”, ribadisce. In primis preoccupa la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana in zona gialla paventata in queste ore. Dai ristoratori ai titolari di negozi di abbigliamento penalizzati dall’andamento negativo dei saldi passando per i titolari dei bar a farla da padrone è l’incertezza del domani. Costanzo lancia un duplice appello a Musumeci e Draghi.
“Chiediamo al governo regionale di rivedere la possibilità della chiusura nei fine settimana perché da qui arriva l’unica boccata d’ossigeno per i commercianti.”, spiega. “Al governo Draghi chiediamo i ristori, che non arrivano. Siamo a Marzo e da novembre non è arrivato un euro”, accusa.
Complici gli stravolgimenti politici che hanno scandito le ultime settimane i commercianti “restano a bocca asciutta”. “Servono certezze, non si può chiudere senza garantire i ristori. Possiamo soltanto lavorare al momento, ma le chiusure in questa situazione equivalgono ad uccidere la nostra economia”, continua Costanzo.