Pizzaiolo avvelenato, la salma trasferita lontano dai parenti della moglie

Pizzaiolo avvelenato, salma trasferita lontano dai parenti della moglie

La donna lo avrebbe ucciso con il cianuro. Concessi gli arresti domiciliari

PALERMO – La salma di Sebastiano Rosella Musico è stata trasferita. Sono stati i parenti a non volere che i resti del pizzaiolo di Termini Imerese rimanessero nella tomba della famiglia della sua presunta assassina, Loredana Graziano. Sarebbe stata la moglie ad avvelenare il marito con il cianuro.

Nel frattempo alla donna, in stato di gravidanza, sono stati concessi gli arresti domiciliari.

“La nuova sistemazione della salma rappresenta un momento molto importante per la famiglia Rosella Musico, che chiusa nel proprio dolore, insieme ai congiunti, potrà esprimere i sentimenti più intimi e sinceri presso la sepoltura della propria famiglia – dicono i legali della famiglia, gli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi -. I familiari comprendono i motivi della sostituzione della misura cautelare, rinnovano la totale fiducia nell’operato della magistratura e confermiamo la ferma volontà di intraprendere una giusta battaglia legale affinché ci sia giustizia per la morte del povero Sebastiano”.

Il pizzaiolo muore nel gennaio 2019. Si pensa a un infarto, ma nella cittadina in provincia di Palermo inizia a serpeggiare il sospetto che ci sia dietro una macabra storia di amore e morte. Un anno dopo, la vigilia di Natale, un uomo viene arrestato per stalking. Si tratta dell’amante. A denunciarlo è la donna con cui ha una relazione da tempo, la quale racconta di essere perseguitata dall’uomo che non si rassegna alla fine della relazione.

Lui si difende. Giura che è tutto falso e per mettere in guardia i carabinieri sulla pericolosità della donna riferisce le confidenze ricevute da Graziano. Ha saputo che ha ucciso il pizzaiolo morto nel 2019.

Nel febbraio 2020 la Procura apre un’inchiesta e fa riesumare la salma per ulteriori accertamenti. L’autopsia fa emergere che ad ucciderlo sarebbe stato il cianuro. Prima la donna avrebbe fatto prendere al marito un farmaco anti coagulante con effetti tossici in caso di sovradosaggio. Non avendo ottenuto il risultato, avrebbe adottato la soluzione finale: una dose di cianuro avrebbe ucciso il marito. Il movente? Insofferenza verso la vita coniugale.

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