I difensori di Marcello Dell’Utri, Giuseppe Di Peri e Pietro Federico, hanno depositato, questa mattina, agli atti del processo d’appello al politico per calunnia aggravata, un’intercettazione di una conversazione fra due pentiti napoletani: Giuseppe Pagano e Carmine Schiavone. Contestualmente i legali hanno chiesto l’esame dei due collaboratori. La corte d’appello di Palermo si è riservata e deciderà l’8 marzo. Nella telefonata, Schiavone racconta a Pagano che funzionari del Servizio di protezione dei collaboratori di giustizia avevano cercato di convincerlo ad accusare Berlusconi. A questo punto Pagano avrebbe consigliato all’altro pentito di fare come gli avevano detto, ma Schiavone si sarebbe rifiutato sostenendo che lui Berlusconi non lo conosceva. Oggetto del processo in corso in appello, a Palermo, è il piano, ordito, secondo l’accusa, da Dell’Utri per screditare i pentiti palermitani Francesco Di Carlo, Francesco Onorato e Giuseppe Guglielmini che l’avevano accusato nel dibattimento in cui era imputato di concorso in associazione mafiosa. Per lo scopo l’ex manager Fininvest si sarebbe servito di Cosimo Cirfeta, che assieme a lui fu rinviato a giudizio per calunnia e che nel frattempo è deceduto, e che aveva sostenuto di avere saputo di un complotto dei tre collaboratori contro il senatore. L’intercettazione depositata oggi è stata già acquisita agli atti di un altro procedimento penale poi archiviato perché Schiavone si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha confermato la vicenda.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo