Nel corso di un contesto investigativo definito “di grande spessore”, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Ancona, il personale delle squadre mobili di Ancona e Macerata, coadiuvato dalla squadra mobile di Ascoli Piceno, ha proceduto oggi a Montegranaro (Fermo) all’arresto del killer della mafia, latitante, Pietro Pernagallo, 44 anni, di Grammichele (Catania), appartenente alla famiglia nissena di Cosa nostra. Pernagallo – su cui pendeva un ordine di cattura emesso in seguito alla sentenza di secondo grado pronunciata dalla Corte d’appello di Caltanissetta – è considerato l’esecutore materiale, su mandato del boss ergastolano Piddu Madonia, dell’omicidio del mafioso Salvatore Saitta, avvenuto nel giugno 1992 nell’ambito di un regolamento di conti all’interno delle cosche locali. E’ stato arrestato nel ristorante “Arcobaleno Maxim”, che egli stesso da qualche mese gestiva, e di cui era anche comproprietario, insieme ad altri soggetti originari del Sud Italia. Secondo quanto reso noto dai dirigenti delle squadre mobili anconetana e maceratese Luigi Di Clemente e Alessandro Albini, Pernagallo, che viveva a Montegranaro insieme con la moglie, è rimasto piuttosto sorpreso quando oggi, all’ora di pranzo, i poliziotti l’hanno fermato. L’uomo era sin qui sfuggito alla cattura grazie anche alla carta d’identità del fratello, incensurato, che aveva contraffatto con la sua foto e che l’aveva protetto fino a oggi. Per eseguire l’arresto – venuto dopo una complessa attività d’intercettazione su persone a lui vicine -, la Polizia ha impiegato una trentina di uomini su diverse pattuglie auto, che hanno fatto irruzione nel ristorante bloccando subito il ricercato, il quale non ha opposto resistenza. L’arresto di Pernagallo è avvenuto nell’ambito di un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Ancona, con possibili ulteriori sviluppi, incentrata su fatti locali collegati alla realtà di Caltanissetta e ad altri, precedenti arresti “importanti” fatti sul territorio marchigiano.
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