“In Sicilia c’é un rischio emergenza rifiuti” ma “ci sono anche i modi per tentare di evitarli”. Ne è certo il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, che indica come un sito da ‘codice rosso’ “la discarica di Bellolampo, gestita dall’Amia di Palermo, dove l’emergenza potrebbe scattare da un momento all’altro”. E’ ai commissari della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, presieduta da Gaetano Pecorella, che a Catania ha concluso la sua ‘tre giorni’ in Sicilia, che il governatore spiega la sua posizione. “Abbiamo convenuto con il governo che i poteri emergenziali possano servire in questa fase di passaggio – osserva Lombardo – e apprezzato gli elementi e gli strumenti finanziari per potere realizzare una terza vasca che darebbe 3-4 anni di autonomia a Bellolampo ma richiederebbe 5-6 mesi per costruirla”. Il presidente ha anche sottolineato gli “errori commessi nel passato”. “La situazione dei rifiuti in Sicilia – sostiene – é in divenire perché c’é stato un vuoto di governo diretto dal 2005 all’anno scorso. Nel senso che le competenze sono state delegate a un’agenzia e poi sono tornate sotto la guida dell’esecutivo e del dipartimento regionale Acque e rifiuti, che ha adottato la relazione che poi il 18 marzo ha consegnato alla Procura di Palermo”. “Vi invito a leggere quel documento – aggiunge Lombardo – c’é la ricostruzione di come la criminalità organizzata che da noi si chiama mafia, si sia infiltrata nel sistema dei termovalorizzatori. E gli arresti di oggi a Palermo dimostrano che questo governo aveva ragione e la bontà delle sue scelte”.
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