CATANIA. Dopo il lockdown dovuto all’emergenza pandemica da Covid-19 il vasto, vastissimo, territorio sovrastato dal vulcano più alto d’Europa si apre alle visite anche nel versante nord.
Percorsi e scenari unici, accompagnati dalle guide vulcanologiche ai 2800 metri d’altezza, arrivando all’osservatorio Vulcanologico tra Pizzi Deneri e Piano delle Concazze.
Carmelo Nicoloso è il coordinatore per il mezzogiorno d’Italia del Centro Parchi Internazionale.
“Il Parco dell’Etna è un valore, un patrimonio e come tale gli Enti preposti alla gestione di questo immenso patrimonio devono farlo con i professionisti che insistono nel territorio Etna – dice Nicoloso – con le guide naturalistiche, ambientali ed escursionistiche, quelle alpine e vulcanologiche e quelle turistiche. Senza guardare al “Parco” con un occhio miope come lo è stato in passato”.
Le stazioni turistiche
L’Etna ha due stazioni turistiche, adesso, ben strutturate. Quella sud più conosciuta con il Rifugio Sapienza e quella nord con Piano Provenzana. “Una volta i viaggiatori partivano dal Monastera di San Nicolò l’Arena al Bosco, il Grand Tour, nel territorio di Nicolosi – continua Nicoloso – e andavano verso i crateri del vulcano. Ma, oggi, sull’Etna esiste un’altra stazione turistica ben strutturata non solo per i suoi impianti dedicati allo sci, ma con uno spaccato naturalistico particolarmente importante”.
La pineta Ragabo è uno di questi scenari. Pineta che, con il suo Pino Laricio (Pinus Nigra Laricio), è una delle più importanti del Mediterraneo. Scenari e percorsi nel cuore del Parco dell’Etna con le grotte di scorrimento lavico dalla Grotta dei Lamponi a quella Corruccio in un susseguirsi di percorsi naturalistici unici. Dal versante sud a quello nord attraverso piano Vetore con il suo presidio per lo sci di fondo, le vie sacre di Sicilia con un sito dedicato a Giovanni Paolo II, il giardino botanico Nuova Gussonea.
“Percorsi e sentieri per il trekking o il mountain bike, ma con presidi lasciati in stato di abbandono dagli stessi Enti preposti al loro mantenimento – continua Nicoloso – abbiamo avuto solo un incontro con l’Ente Parco per il versante sud, ma per quanto riguarda il minimo indispensabile a una migliore fruizione nessuna risposta”.
La questione discariche
Altro problema, tanto discusso, del territorio Etna sono le micro, macro, discariche di rifiuti.
“Diciamo che il sud-ovest del territorio Etna è la roccaforte della “munnizza” (spazzatura) – continua Nicoloso – già andando da Bronte, Maletto la situazione inizia a cambiare.
Tutti sanno dove sono le aree più critiche per le discariche di spazzatura luoghi, questi, che dovrebbero essere presidiati in maniera, quasi, coercitiva”.
Servizi e pandemia
A Piano Provenzana la situazione, per il trasporto e l’accoglienza turistica, sembra essersi normalizzata con le concessioni dedicate agli operatori rilasciate nel 2019 dal lontano 2013, con una piccola parentesi nel 2018, grazie alla mediazione della Regione e dell’ente Parco che hanno fatto da tramite tra i comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia. Pietro Malfitana è il gestore di EtnaTravelService.
“Subito dopo il bando è arrivata, purtroppo, l’emergenza Covid-19 che ci ha totalmente bloccato – dice Malfitana – siamo operativi da un mesetto noi insieme ad altri vettori. E la ripartenza di Etna nord sembra aver preso la luce grazie alla mediazione tra Regione, Ente Parco e Comuni interessati”. Il servizio offerto ai turisti da EtnaTravelService è quello del trasporto, con mezzi costruiti appositamente, ai 2800 metri fino all’Ossservatorio Vulcanologico tra Pizzi dei Neri e Piano delle Concazze. Un servizio che si avvale di guide vulcanologiche, la cui presenza è indispensabile per arrivare in quota.
Vincenzo Greco è una guida Vulcanologica.
“Accompagniamo i visitatori fino a quota 2800 metri per immergersi in un paesaggio che sembra quasi lunare – racconta Vincenzo – con i crateri attivi davanti ai loro occhi poi giù fino ai crateri dell’eruzione del 2002.
Il 27 ottobre di quell’anno Piano Provenzana fu sommerso dalla lava.
Un sentiero, una strada sterrata, che, se fatta a piedi, dura circa 5 ore di camminata solo per arrivare all’Osservatorio.
E qualcuno che va a piedi c’è. Lì interveniamo e spieghiamo agli “escursionisti” che è vietato arrivare a quella quota senza l’ausilio di una guida Vulcanologica.
L’Etna, ricordiamolo, è un Vulcano attivo”.
Vincenzo Greco finisce di parlare e a poche decine di metri da lui compaiono le figure di due ragazzi, francesi, che a piedi erano arrivati ai 2750 metri. Scende, dal mezzo, Vincenzo e spiega loro, gentilmente, che si erano spinti troppo in là, la pericolosità del terreno intorno e il divieto per motivi di sicurezza ad arrivare, da soli, a queste quote.
Ma è il fascino dell’Etna che non puoi fermare.