A Comuni e Regione 80 milioni | Ecco la via dell'oro nero - Live Sicilia

A Comuni e Regione 80 milioni | Ecco la via dell’oro nero

All'Ars è sbarcata la guerra del greggio. Assomineraria ha chiesto di rivedere le royalties per le estrazioni, portate nel 2013 al 20 per cento. Ma deputati e governo hanno detto “no”. In due anni, gli incassi sono quasi triplicati. Tutti i pozzi (e relativi guadagni) in Sicilia.

Le trivelle nell'Isola
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PALERMO – La guerra del petrolio è sbarcata all’Ars. Dove oggi i deputati hanno incontrato i rappresentanti di Assomineraria. Il tema? Le royaties, ovvero le “tasse” che le compagnie petrolifere devono pagare ai Comuni e alla Regione per l’estrazione del greggio. Una aliquota che la Finanziaria del 2013 aveva raddoppiato, portandola dal 10 al 20 per cento.

Una percentuale troppo alta, secondo i petrolieri. Che oggi hanno protestato in Commissione bilancio. “Gli esponenti di Assomineraria – spiega il presidente della seconda commissione Vincenzo Vinciullo – hanno chiesto di rivedere quella norma, affermando che l’aumento delle royalties non ha portato alcun vantaggio economico all’Isola. Anzi, hanno dichiarato che a seguito della norma del 2013, le entrate per Comuni e Regione sarebbero diminuiti. Abbiamo dimostrato loro – aggiunge – che non è vero”.

E per confutare la tesi di Assomineraria, i deputati hanno fatto riferimento a una nota predisposta dal dirigente generale del dipartimento Energia Pietro Lo Monaco. Altro che “decremento” delle entrate. Dall’entrata in vigore dell’aliquota al 20 per cento, c’è stato un “boom” di entrate per gli enti siciliani.

Operando un confronto tra le entrate per l’anno 2012 (l’ultimo con aliquota al 10 per cento) a quelle per il 2014 (i dati più recenti al momento), si scopre infatti che le entrate per le royalties sono cresciute da circa 27 milioni di euro a quasi 80 milioni di euro. Quasi il triplo. Di cui hanno goduto soprattutto i Comuni, ai quali spettano due terzi di queste entrate: tra il 2012 e il 2014 si è passato da versamenti per 19 milioni agli oltre 52 milioni. Per la Regione, il “guadagno” è stato di quasi 17 milioni di euro (dai 9 milioni e mezzo del 2012 ai 26 milioni del 2014).

Insomma, in due anni le entrate per Comuni e Regioni sono cresciute di oltre cinquanta milioni. Somme che seguono una immaginaria “via dell’oro nero”. I giacimenti più redditizi sono quelli ragusani: tra Noto e Ragusa, infatti, sono sorti 28 pozzi e sette centrali: con la nuova aliquota portano nelle casse dei Comuni di quella zona 29,5 milioni di euro e una quindicina di milioni alla Regione. Oltre la metà, insomma, degli incassi complessivi in Sicilia proviene da lì. Le compagnie hanno versato invece oltre 14 milioni di euro ai Comuni di Gela, Mazzarino, Butera, Regalbuto e Nissoria per l’estrazione da oltre ottanta pozzi. Alla Regione circa 7 milioni da quegli impianti. A oltre tre milioni, invece, ammontano le royalties versate ai Comuni di Bronte e San Nicola (un milione e mezzo alla Regione), mentre di poco superiore (3,7 milioni) è la cifra incassata dal comune di Troina per l’estrazione dai suoi dieci pozzi. Restando in provincia di Enna, poi, ecco i 1,66 milioni incassati dal Comune di Gagliano Castelferrato. Infine, appena 117 mila euro per i pozzi di Mazara del Vallo.

Una cifra complessiva, dicevamo, di oltre 52 milioni per i comuni e 26 milioni per la Regione. Quasi il triplo di quanto incassato nel 2012. Grazie al raddoppio di quella “aliquota di prodotto” deciso nel 2013. Proprio quella che, secondo Assomineraria, non avrebbe comportato alcun vantaggio alla Regione, al punto da chiedere un ritorno al passato. Che si sarebbe tradotto, però, come spiega lo stesso Lo Monaco nella relazione portata in Commissione bilancio, in seri problemi per i già dissestati bilanci Comunali, dove sarebbe “svanita” una bella fetta di entrate già previste dalla legge. “Ci hanno provato, – ha commentato il deputato del Movimento cinque stelle Claudia La Rocca – portando in commissione documenti superficiali e dati approssimativi che di fatto non risultano corrispondere ai numeri reali. Dobbiamo mantenere saldo il principio che chi inquina deve pagare”. E pagherà. Il doppio, di quanto si paghi nel resto d’Italia.

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