CATANIA – Sono i balconi più gettonati di tutti: terrazze, davanzali, finestre che permettono di guardare dall’alto la processione della Festa di Sant’Agata. Questi posti privilegiati – che vanno a ruba, negli hotel e nelle case private – sono gli unici a non risentire della crisi economica e sono già occupati da settimane. Tutto il resto, però, piange miseria.
“L’anno scorso durante Sant’Agata erano piene anche le camere interne – spiega a LiveSicilia Catania Benito Russo dell’hotel Centrale Europa – e invece quest’anno non le abbiamo ancora occupate. Registriamo un calo del 30%. Le nostre sette camere con la vista su piazza Duomo sono prenotate da mesi: clienti che vengono qui ogni anno e prenotano sempre la stessa camera. C’è anche qualche maltese. Durante l’anno il calo è peggiorato e anzi ha raggiunto almeno il 50%. Manca il turismo straniero ed anche la tassa di soggiorno non è beneaccetta perchè Catania non è una città turistica. E’ un obolo che mettiamo di tasca nostra”.
A confermare il calo rispetto all’anno scorso è anche il presidente regionale di FederAlberghi Nico Torrisi: “Sta lavorando – spiega a LiveSicilia Catania – solo chi si trova lungo il percorso della Santa. E’ una crisi di fatturato e di presenze: ecco perchè aspettiamo di incontrare ufficialmente la Regione per far ripartire il turismo, fermo al palo”.
Se la crisi morde, bisogna aguzzare l’ingegno. Se si vocifera che ci siano perfino balconi privati “in affitto” per l’occasione, ci sono attività alberghiere che confermano la rodata iniziativa della “veglia + colazione”. E’ il caso di un hotel in via di Sangiuliano: con una cifra tonda di 50 euro a testa si può cenare nella terrazza panoramica, aspettare l’arrivo della processione e poi fare colazione; con 20 euro, invece, si fa a meno della cena ma si entra solo dalle 5 del mattino in poi.
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