Questore: "Reazione professionale | Ma il lavoro non è ancora finito" - Live Sicilia

Questore: “Reazione professionale | Ma il lavoro non è ancora finito”

Il resoconto degli scontri, oggi in conferenza stampa.

Scontri durante la visita di Renzi
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CATANIA. Reistenza, violenza, lesione a pubblico ufficiale, travisamento: sono le accuse mosse ai due catanesi di 21 e 24 anni fermati, rilasciati e infine denunciati nella serata di ieri dopo gli scontri avvenuti in via Umberto. Sono, invece, tre gli agenti rimasti leggermente contusi. Oggi, il Questore Marcello Cardona ha convocato la stampa per fornire il bilancio delle ultime ore. Ma non solo.

LE PAROLE DEL QUESTORE. “Abbiamo avuto una reazione di una professionalità incredibile. Senza causare dolori fisici abbiamo bloccato quello che era l’intento di entrare laddove si svolgeva la manifestazione alla villa. Ma il lavoro non è finito perchè andremo a identificare tutti. Tutti coloro i quali hanno portato a questo modo di agire. Lo sottolineo: identificheremo tutti. Il lavoro non è ancora finito. La strategia era, comunque, quella di entrare alla Villa Bellini. Noi vogliamo acquisire sempre più quella autorevolezza sociale che ci permetta di essere punto di riferimento di tutti: anche di manifesta.
Non parliamo di infiltrati ma gente che è venuta apposta a manifestare: gente che è venuta da fuori appositamente. Durante il corteo nessuno indossava caschi: è avvenuto tutto alla fine.

Ambra, dirigente Digos

IL DIRIGENTE DELLA DIGOS, CARLO AMBRA. “Lo striscione è fatto di materiale plastico rafforzato con griglie di ferro e tagliato al centro per piegarlo a triangolo. Hanno acceso dei fumogeni ed hanno indossato i caschi. Il corteo è stato composto da diverse anime, la maggior parte moderata. Tant’è che la maggior parte ha allontanato i facinorosi. Sono venuti qui da tutta Italia: anarchici da Torino, Lecce, Cosenza, Reggio Calabria: parliamo di diverse decine di facinorose. Lavoreremo esaminando i filmati e collaborando con le Digos d’Italia. I due fermati, entrambi di Catania, avevano precedenti per manifestazioni del genere”.


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