ACATE (RAGUSA)- Non ci sta il sindaco di Acate Giovanni Caruso a subire gli attacchi dell’opposizione sulla vicenda dei parchi eolici, che tanta risonanza ha avuto a livello regionale per un giro di tangenti con protagonista l’alcamese Vito Nicastri, arrestato lo scorso luglio con altre quattro persone con l’accusa di tentata concussione, corruzione, emissione e utilizzo di fatture false.
Le tappe della vicenda partono, per l’appunto dall’arresto di Nicastri, che con la sua società la “Eolica Mazzarrone” intendeva costruire un parco eolico nel territorio di Acate. Da alcune intercettazioni, che hanno portato all’arresto del “signore del vento” Nicastri, emerge un sistema criminale – secondo gli addebiti – in grado di oliare a dovere le pubbliche amministrazioni pur di ottenere le concessioni per la costruzione.
“E’ il bello di vivere qua, senti il territorio, lo percepisci, avverti che bisogna muoversi in un certo modo, capire le esigenze del sindaco, dei consiglieri, la festa. Cinquemila euro sono minchiate, però tu fai un rapporto, crei un rapporto di…”. Con queste parole Vito Nicastri spiegava come riusciva a ottenere concessioni e autorizzazioni necessarie. Da qui la richiesta di alcuni consiglieri comunali acatesi di chiarimenti da parte del sindaco, visto che in occasione per la festa del santo patrono, San Vincenzo, “l’Eolica Mazzarrone” ha versato 5mila euro nel 2007 e duemilacinquecento nel 2008.
Il primo cittadino Giovanni Caruso ha spiegato di sconoscere Vito Nicastri e che la mossa dei consiglieri è “un maldestro tentativo di intaccare l’onestà e il profilo morale del sottoscritto”. “E’ costume dell’amministrazione – spiega ancora il sindaco – chiedere ufficialmente, in prossimità della festa del santo patrono, con lettere protocollate ad enti, istituzioni, banche e imprenditori un contributo che possa essere di sussidio alle spese per l’organizzazione di tale evento”. Caruso ha ricordato anche l’autorizzazione all’impianto eolico fu approvata dal consiglio comunale all’unanimità nel dicembre del 2006 e ha sottolineato “che non vi è stata alcuna partecipazione diretta o indiretta nel processo decisionale che ha guidato i consiglieri del tempo nell’approvazione dell’atto”.
In ogni caso l’ultima parola sull’eolico sarebbe poi spettata alla Regione Siciliana. E in questa vicenda di vento, santi e sindaci emergono le parole del gip nell’ordinanza che ha portato all’arresto di Nicastri, che spiega l’inquinamento del settore dell’energia verde. Nell’eolico oltre un quarto delle autorizzazioni concesse in Sicilia sono riconducibili ad aziende entrate in contatto con il gruppo societario della famiglia Nicastri.
Andrea Sessa