Acciaierie di Sicilia |sull'orlo del baratro - Live Sicilia

Acciaierie di Sicilia |sull’orlo del baratro

I lavoratori, supportati dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil, e le relative sigle di categoria Fim-Fiom-Uilm, sono scesi in piazza.

CATANIA. Un intero settore, quello siderurgico, potrebbe essere cancellato. Non un semplice allarme, ma una rischio concreto dato dal fatto che l’azienda Acciaierie di Sicilia, che rappresenta il pilastro del comparto a Catania, è in profonda crisi. E non a caso è intervenuta anche Confindustria, garantendo pieno supporto all’impresa. L’organico è composto da quasi 300 lavoratori, di questi già 45 sono in cassaintegrazione. E il numero potrebbe aumentare. Intanto dal primo di settembre il monte orario è stato tagliato del 40%. Non serve certo la calcolatrice per capire le conseguenze per il bilancio di oltre 200 famiglie.

Protesta davanti a Piazza Duomo

Oggi i lavoratori, supportati dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil, e le relative sigle di categoria Fim-Fiom-Uilm, sono scesi in piazza. Il corteo, con tanto di striscioni e tamburi, si è spostato da piazza Università alla Prefettura di Catania, per poi in tarda mattinata presidiare piazza Duomo, accanto al Liotru, chiedendo l’intervento dell’amministrazione comunale guidata da Bianco.

Il corteo di protesta

Dietro alla crisi dell’azienda costi fissi divenuti insostenibili, energia elettrica in primis.”La situazione è diventata drammatica a partire da questo mese – spiega Pietro Nicastro, della Fim – perchè con il problema dell’energia elettrica e del dimezzamento dell’approviggionamento dei rottami, l’azienda ha dovuto necessariamente ridurre l’orario di lavoro necessariamente del 40%. Chiediamo che venga fatta al più presto una riunione con gli assessorati regionali competenti affinchè si capisca quale sia la regolamentazione dei rottami nell’isola, e poi non si comprende come mai la Sicilia, area produttrice di energia elettrica, ha un costo superiore del 30 per cento rispetto alle altre Regioni d’Italia. Questo non è più ammissibile in un contesto siciliano dove il lavoro manca e a breve potrebbe anche sparire l’acciaieria se la situazione si mantiene in questo modo. L’intervento regionale deve essere celere, perchè non credo riusciranno a superare il mese di settembre. E’ chiaro – conclude – che se la politica non si muove, il rischio è che l’azienda se ne vada da qui e produca altrove”.


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