BRONTE – Si è conclusa con il rinvio al 18 gennaio l’udienza preliminare che oggi avrebbe dovuto portare il Gup Giovanni Cariolo a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del presidente e di quattro dipendenti della casa di riposo di Bronte. A loro carico accuse di maltrattamento e abbandono degli anziani. E’ stata disposta la notifica alle persone offese dell’avviso di fissazione udienza.
Intanto stamattina tre sono stati gli anziani che, attraverso i propri amministratori di sostegno, hanno chiesto e ottenuto di costituirsi parte civile, mentre di fronte alla richiesta di rinvio a giudizio del pm Rosaria Molè, diverse sono state le osservazioni sollevate dal collegio difensivo costituito dagli avvocati Samantha Lazzaro, Mariella Mirenda, Carmelo Peluso, Renato Radice, Mario Schilirò. I legali hanno infatti ripercorso i passaggi che hanno condotto dalla vecchia alla nuova amministrazione della Fondazione “Istituto San Vincenzo de’ Paoli – padre Marcantonio”, lamentando che le persone offese, alcune delle quali ormai decedute, non sono mai state sentite, basandosi inoltre le accuse su lettere anonime giunte, insieme a diverse ispezioni, subito dopo l’arrivo del presidente padre Luigi Minio.
Una difesa che ha voluto evidenziare anche come, da quando è scoppiato il caso, nessuno degli anziani ha ad oggi lasciato la struttura, ricordando inoltre che nulla delle accuse contestate era emerso dalle telecamere posizionate di nascosto nell’ospizio dai militari. Per i difensori il reato non sussiste. Sia il Gip che il tribunale del riesame avevano infatti già rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti dei cinque, mentre per il reato dei maltrattamenti, giuridicamente questo richiede un’abitualità e un dolo che invece mancano nei tre episodi contestati, ossia uno schiaffo, un pugno e un colpo con un carrello.
E intanto a Bronte si continua a parlare del caso, con padre Luigi Minio che ha diffuso un suo libretto dal titolo “L’ospizio-lager di Bronte. Sbatti il mostro in prima pagina”, in cui ripercorre le vicende dell’ospizio, dando la sua versione dei fatti e invitando tutti a un open day per visitare la struttura, parlare con gli anziani e i loro familiari e dibattere su quanto sta accadendo. Un opuscolo disponibile anche nelle chiese i cui parroci, con una lettera aperta, hanno preso pubblicamente posizione contro le accuse mosse nei confronti della struttura.