PALERMO – Il loro apporto sarebbe stato decisivo. Senza la collaborazione dei tre professionisti Benedetto Bacchi non sarebbe diventato un imprenditore milionario. Non solo scommesse, ma anche investimenti immobiliari.
Dietro la sua scalata ci sarebbe la mano del bancario Giampiero Rappa, del commercialista Salvatore Cusumano e dell’architetto Devis Zangara. Da ieri si trovano tutti e tre agli arresti domiciliari, mentre Bacchi è in carcere.
“Gli impegni finanziari e gli investimenti nel settore immobiliare sono stati sopportati ed orientati, sotto il profilo tecnico – scrive il giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio nell’ordinanza di custodia cautelare – ed al fine di renderli occulti al fisco da professionisti, un bancario, un commercialista, un architetto e diversi prestanome che hanno stabilmente prestato a Bacchi i loro contributi fiduciari”.
Rappa, palermitano di 49 anni, faceva il doppio lavoro: bancario in uno sportello del San Paolo ad Alcamo e agente di “B2875”, il marchio di scommesse on line di Bacchi. Sarebbe stato l’uomo delle operazioni finanziarie. Grazie alle sue competenze i soldi incassati nelle agenzie finivano a Malta e poi rientravano in Italia, dove attraverso una società immobiliare sarebbero stati ripuliti, investendoli nell’acquisto di terreni e nella costruzione di palazzi e supermercati.
E qui sarebbe entrato in gioco l’architetto Zangara, 46 anni nato a Torino ma residente a Partinico, paese del Palermitano. Grazie al suo intervento Bacchi avrebbe investito due milioni nel cantiere per un palazzo in via del Bersagliere, comprato i terreni e costruito due supermercati Lidl. Compreso il mega store di viale Regione Sicilia, dove un tempo c’era “Salamone e Pullara”.
Rappa ricopriva anche un altro compito. Secondo i pm Luise, Picozzi e Tartaglia, aveva anche “la facoltà di disporre e gestire i conti bancari di Bacchi e, utilizzando metodi coattivi, operava anche su conti bancari di clienti del circuito di Bacchi, allo scopo di agevolare quest’ultimo nel recupero dei crediti”.
Infine c’è Cusumano, 59 anni, di Montelepre. I suoi consigli sarebbero stati preziosissimi affinché alcune società attivate a Malta non risultassero direttamente riconducibili a Bacchi.
Bacchi, il socio occulto, il boss di Partinico Francesco Nania, Fabio e Francesco Lo Iacono, Antonio Lo Baido, Salvatore Cusumano e Alessandro Lo Bianco si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio davanti al gip