ACI CASTELLO – Il vento di cambiamento delle europee non soffia sotto il Castello, anzi. Aci Castello rimane una roccaforte del centrodestra, il sindaco uscente Filippo Drago è riconfermato senza passare dal ballottaggio. Il primo cittadino, forte dell’appoggio di ben sei liste, fa il pienone di voti: 4090. Pochi i volti nuovi anche in consiglio comunale. “Ca un cancia mai nenti”, si sente sussurrare in giro per il paese quando lo spoglio è ormai agli sgoccioli. Carmencita Santagati, Maurizio Marino, Leda Adamo e Mario Sangilles non riescono complessivamente ad attirare più del 50% dei consensi spianando la strada al Drago bis. Girando per i seggi allestiti nelle quattro frazioni del paese c’è un dato che salta all’occhio: la grandissima quantità di schede dove non viene barrato il nome del sindaco. Alla fine dello spoglio se ne contano ben 3130, 7.762 i voti attribuiti ai vari candidati su 10.892 validi. “Il primo classificato è senza sindaco”, scandisce ironicamente uno scrutatore a Cannizzaro. Con ogni probabilità in tanti erano convinti dell’effetto trascinamento del voto di lista, ignorando che il meccanismo è cambiato: se non si barra il nome del sindaco, la preferenza viene attribuita soltanto alla lista e ai consiglieri. Qualcun altro, invece, non ha trovato di proprio gradimento i candidati.
Un capitolo a parte riguarda il “rinnovo” del consiglio comunale che fa registrare poche new entry e numerose riconferme (dodici su venti). Si registra la débâcle delle liste L’Altra Aci (0.99%), che non ottiene nessun consigliere e non riesce a sfruttare il buon risultato delle europee. Neanche Grande Aci Castello (4%), lista a sostegno di Drago, entra in consiglio. La lista più votata, invece, è quella del Nuovo Centro Destra con il 14% dei consensi, per l’esattezza 1533 preferenze. Il centrodestra ad Aci Castello è vivo e vegeto: la seconda lista più votata è la civica a sostegno di Drago “Il paese che vogliamo” al 12%, Forza Italia si attesta intorno al 9,91%. Il Megafono, alleato di Santagati, si ferma al 6%, eleggendo un consigliere. Va meglio al Pd (9,2%) che comunque non conferma l’affermazione delle europee, lo stesso vale per i grillini che arrivano a poco più del 7%.
Il primo cittadino può contare su una maggioranza di dodici consiglieri su venti: Romeo Sebastiano e Francesco Scuderi (Fi), Ezia Carbone, Salvo Tosto e Massimo Papalia (Ncd), Santo Grasso e Alessia Camerano (Progetto Aci Castello), Salvo Danubio, Marco Calì e Sebastiano Zappalà (Il paese che vogliamo), Carmelo Scandurra e Nicola Zagame (Movimento Civico). La metà degli eletti riconferma lo scranno: Santo Grasso, consigliere dal 1997 ed eletto per la prima volta nel 1988 con la Dc, Nicola Zagame, presente nell’assise consiliare varie volte a partire dal 1997 ed ex assessore, Salvo Danubio, ex presidente del consiglio comunale, Carbone(consigliere dal 2002), Papalia e Francesco Scuderi (ex An in aula dal 2004).
La coalizione a sostegno dei Carmencita Santagati elegge quattro consiglieri: Francesco La Rosa (Insieme per Aci Castello), Nando Cacciola (Il Megafono), Antonino Maugeri, Orazio Sciacca (Aci Castello Futura). Tutti gli eletti sono consiglieri uscenti: Cacciola, eletto a suo tempo con l’Udc, La Rosa, varie volte assessore a partire dagli anni ottanta, Sciacca, consigliere dal 2002 e Maugeri in consiglio in quota Forza Italia dal 2004. In casa Pd si brinda all’elezione di Maurizio Marino in consiglio per la prima volta e Mario Conti (già consigliere), mentre gli alleati di Csa Cambiamento riconfermano l’uscente Antonio Guarnera. Il Movimento Cinque Stelle conquista il suo primo scranno in consiglio con la new entry Antonio Bonaccorso.