PALERMO – Acqua, la Sicilia è ancora nella morsa dell’emergenza idrica, cos’è lo ‘scenario zero’ e quali nuovi razionamenti possono scattare? Le perturbazioni di ottobre non hanno alimentato, in modo significativo, gli invasi già a secco.
L’autorità di bacino a ottobre ha analizzato ogni possibilità e Salvo Cocina, il capo della protezione civile che coordina la cabina di regia sull’emergenza idrica non ha dubbi: “Senza nuove precipitazioni significative – dice a LiveSicilia – scatteranno ulteriori razionamenti”.
Acqua, cos’è lo ‘scenario zero’
Nonostante il piano gestito dalla cabina di regia sull’emergenza idrica, una parte delle reti idriche dipende dai principali laghi siciliani. A ottobre l’autorità regionale di bacino ha simulato lo stato degli invasi a ‘scenario zero’, cioè in assenza di precipitazioni, puntando l’attenzione sul Palermitano e sulle zone servite dalle dighe Garcia, Castello e Ragoleto.
Due sono gli orizzonti temporali che destano preoccupazione. Il primo è quello a breve termine e serve a valutare quando potrebbero esaurirsi i volumi ospitati nei bacini. Il secondo è lo scenario del 2025, con la necessità di evitare che la Sicilia si trovi ad affrontare l’inizio dell’estate praticamente “a secco”.
Analizzando gli scenari, la cabina di regia tiene conto anche dei nuovi pozzi che stanno consentendo a numerosi territori di affrancarsi, almeno in parte, dagli invasi. “Abbiamo lavorato a un piano da mille litri al secondo”, ha detto Cocina a LiveSicilia, ma da solo non basta. All’orizzonte ci sono anche i nuovi dissalatori, ma si spera sempre nei temporali.
Gli invasi regionali e quelli palermitani
Antonino Granata, ingegnere dell’Anbi, ha spiegato che “in tempi relativamente brevi si verificherà l’esaurirsi della risorsa idrica disponibile in invasi quali l’Ancipa ed il Fanaco (quest’ultimo in cui sta per esaurirsi anche il volume morto) e l’esaurirsi entro qualche mese della risorsa in altri invasi”. L’Ancipa fornisce acqua potabile a 13 comuni della provincia ennese compreso il capoluogo e ad altre cittadine del Nisseno e del Catanese. Il Fanaco alimenta le reti di Comuni del Palermitano, Agrigentino e Nisseno.
I bacini “sorvegliati speciali”
Sorvegliati speciali i bacini Poma, Rosamarina, Piana degli Albanesi e Scanzano, dai quali dipende la rete idrica del Palermitano. Per il Poma è previsto l’esaurimento nel febbraio del 2025, anche considerando il prelievo da alcuni pozzi alternativi. Stesso discorso per il Rosamarina, che ospita poco più di 4 milioni di metri cubi, sono state installate nuove pompe e la cabina di regia contro la siccità ha finanziato il riutilizzo di due pozzi, il Morello e il La Russa. In ogni caso, però, potrebbe essere difficile superare marzo 2025.
Poco più di 4 milioni di metri cubi si trovano nella diga di Piana degli Albanesi, considerato anche il volume perso per evaporazione di 2,7 Mmc. Entro fine febbraio potrebbe cessare la presenza di acqua e l’Anbi ha chiesto ad Amap, la società che gestisce la rete idrica, di verificare la capacità di prelievo, con la ‘zattera’, dell’acqua: si tratta di un sistema di galleggiamento che serve a evitare l’aspirazione di fango intasando le tubazioni.
Il monitoraggio degli altri invasi
La diga Castello alimenta 14 Comuni dell’Agrigentino, potrebbe esaurirsi, nonostante i razionamenti, entro il 5 dicembre perché ospita meno di un milione di metri cubi d’acqua.
Più complessa la situazione della diga Ragoleto, che serve 1.200 aziende nel Ragusano e la Enichem: potrebbe esaurirsi entro novembre, ma appena 8 mesi fa, durante una tempesta, l’acqua tracimò inondando i vigneti. Fine di esercizio a dicembre anche per l’Ancipa, in realtà, però, l’acqua disponibile per gli usi domestici è esaurita, attualmente i prelievi riguardano il volume di riserva per l’ittiofauna.
Gli altri scenari
Nel Catanese sono state rilevate criticità nel Calatino, ma dopo le ultime piogge la situazione potrebbe migliorare. Criticità anche nel sistema Garcia, che “presenta ingenti perdite costanti dagli organi di prelievo/scarico. È essenziale attivare un monitoraggio delle perdite e un controllo sui lavori di riparazione delle perdite”. A questo proposito, l’Anbi chiederà un nuovo piano di riduzione dei prelievi dal Garcia, in modo da posticipare l’esaurimento al mese di marzo.
Nuovi possibili razionamenti
Gli occhi sono puntati soprattutto su Palermo, Agrigento, Enna e Caltanissetta. In particolare a Palermo sono già scattati i razionamenti sperimentali che riguardano i quartieri periferici, adesso si attendono nuove perturbazioni. “Se dovesse continuare questa carenza di precipitazioni – conclude Cocina – saranno valutate ulteriori misure di riduzione dei prelievi dagli invasi e riduzione di erogazione, quindi nuove turnazioni”.