Agrigento, "scoppia" la maggioranza | Scontro D'Alia-Cimino - Live Sicilia

Agrigento, “scoppia” la maggioranza | Scontro D’Alia-Cimino

Nella città dei Templi ancora polemiche per il progetto che vede correre alle primarie del centrosinistra anche un candidato di Forza Italia. Il leader centrista: "La Sanità è usata per fare campagna elettorale". La replica del deputato Pdr: "Guardi anche a Messina". Mentre una fetta del Pd con un documento ufficiale dice no all'"ammucchiata".

PALERMO – Una lotta intestina. Un intreccio di inciuci e ammiccamenti. Il caos agrigentino adesso è più che mai una questione siciliana. Le dichiarazioni del segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia sono chiare e chiamano direttamente in causa il governatore Crocetta e l’assessore Borsellino: ad Agrigento la Sanità è prestata alla politica. Manager e medici sarebbero impegnati a sostenere la mega-coalizione del “tutti dentro”. Quella smentita da tutti, ma ancora in piedi. Il contenitore “Agrigento 2020” che sta riuscendo nell’impresa di far correre insieme il Pd e Forza Italia. Anche se i malumori crescono giorno dopo giorno. E proprio in queste ore anche i renziani della provincia di Agirgento, con una nota durissima, hanno detto “no” a quell’accordo.

La “pietra dello scandalo politico” ha il nome di Silvio Alessi, il candidato alle primarie di “centrosinistra” per il “Patto del territorio”. Movimento guidato dal parrlamentare nazionale di Forza Italia Riccardo Gallo. Una scelta, quella di partecipare a queste primarie, che ha già ricevuto lo “stop” sia del coordinatore regionale di Forza Italia Vincenzo Gibiino sia – indirettamente – dal consigliere politico di Silvio Berlusconi. Giovanni Toti, con una nota in cui non fa espressamente riferimento ad Agrigento, è comunque molto chiaro: “Nessun esponente di Forza Italia ha avuto mandato a partecipare alle primarie di altre forze politiche”. Pochi dubbi.

Ma il progetto va avanti. E, dopo la benedizione di Rosario Crocetta, arrivato ad Agrigento alcuni giorni fa per partecipare a uno degli incontri della ‘coalizione’, starebbe mettendo in campo tutte le forze. Alle primarie, al momento, oltre al candidato di Forza Italia, dovrebbero prendere parte Epifanio Bellini, candidato del Partito democratico, Giuseppe Vita politicamente vicino in passato a Futuro e Libertà (il partito di Gianfranco Fini), e Piero Marchetta (vicino in passato all’Mpa di Lombardo e attualmente a parlamentari regionali come l’autonomista Roberto Di Mauro e l’ex berlusconiano oggi Drs Michele Cimino). Per conto proprio, invece, hanno deciso di correre i candidati del movimento Noi con Salvini Marco Marcolin e quello dell’Udc, cioè l’attuale sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto. Sarebbe proprio quest’ultimo ad essersi imbattuto, nei giorni scorsi, in qualcosa che “non quadrava”. Medici che sarebbero stati contattati da politici agrigentini per sposare la causa della coalizione “Agrigento 2020”. E i dubbi si estendono addirittura al “vertice della sanità agrigentina”, come dichiara il leader siciliano dell’Udc Gianpiero D’Alia, cioè il direttore generale dell’Asp di Agrigento Salvatore Ficarra, in passato vicino al movimento di Gianfranco Micciché (quando ne faceva parte anche Cimino) e adesso considerato assai gradito ai riformisti di Totò Cardinale (e di Cimino, che nel frattempo ha sposato la causa del governatore Crocetta).

“Se fosse confermata la voce – ha detto D’Alia – che vuole i vertici della sanità agrigentina mobilitati per reclutare candidati e per orientare consensi in favore di questo o quel candidato a sindaco la cosa sarebbe molto grave. Penso – ha aggiunto D’Alia – che il presidente Crocetta e l’assessore Borsellino debbano vigilare e appurare se queste voci hanno fondamento perché se fossero confermate dovrebbero prontamente intervenire. E’ giusto che la politica stia fuori dalla sanità ma parimenti bisogna garantire che la sanità stia fuori dalla politica, altrimenti si ripropongono vecchi schemi del passato che tanti guasti hanno già prodotto nella nostra Isola”. I vecchi schemi del passato. Quelli in cui la Sanità condizionavi elezioni e candidature. Schemi che rischiano, però, di far saltare in aria l’armonia all’interno della maggioranza di Crocetta. In un momento delicatissimo come quello della discussione della riforma delle Province e soprattutto della manovra finanziaria.

E la tensione emerge, evidente, anche dalla piccata replica proprio del deputato dei Drs Michele Cimino: “Condivido pienamente le dichiarazioni dell’onorevole Gianpiero D’Alia e ritengo doveroso sottolineare che l’attenzione del presidente dell’Udc e di tutti noi debba essere puntata non solo su Agrigento ma anche su Messina (la città di D’Alia, ndr) e sull’intera regione. Mi sorprende e mi pare strano – aggiunge Cimino – che queste affermazioni arrivino proprio oggi mentre nessun intervento è stato registrato per le precedenti gestioni, posto che D’Alia è in politica da diverso tempo. Intanto – conclude il segretario del Pdr – esprimo solidarietà ai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento per il lavoro che giornalmente esercitano con spirito di servizio e abnegazione nell’interesse degli utenti della provincia”.

Ma il mega inciucio sta creando problemi anche altrove. Nel Pd, soprattutto. Dove nei giorni scorsi si sono registrate le dimissioni dalla carica di vicesegretario provinciale di Cinzia Deliberto: “Questo è trasformismo puro, io non ci sto” ha scritto al segretario provinciale Giuseppe Zambito, presente, quest’ultimo, alle riunioni di coalizione nelle quali si è dato il via libera all’accordo “ibrido”. Ma di queste ore è un’altra uscita assai polemica, che rischia di far saltare in aria questa intesa e di delegittimare l’operato del segretario provinciale dei democratici. I renziani di Agrigento, infatti, hanno preso le distanze da “Agrigento 2020”, parlando di “grande ammucchiata”: “In un momento dove la politica è dominata da Lupi, dove la corruzione Incalza – scrivono con un pizzico di ironia facendo riferimento ai guai dell’Ncd di Alfano – e dopo che Agrigento è stata al centro della cronaca nazionale con la vergognosa vicenda di Gettonopoli, ebbene quale è stata la risposta del Partito democratico agrigentino rispetto alle istanze dei cittadini che sono scesi in piazza per reclamare una rinnovata moralizzazione della politica? Una grande ammucchiata!”

“Il cartellone “Agrigento 2020”, – proseguono – con le primarie di centro-sinistra insieme ad esponenti di Forza Italia, il pasticcio di cui si sono resi protagonisti e responsabili il segretario provinciale del Pd, con l’avallo di politici, deputati e assessori regionali, getta nello sconforto i tanti cittadini e militanti che, nella provincia più povera d’Italia, avrebbero bisogno, invece, di un progetto chiaro, in cui prevalga il cambiamento e il rinnovamento etico e morale, in netta discontinuità col passato. Quale visione comune della società agrigentina vi è tra Forza Italia ed il Partito Democratico? Con Forza Italia ci si confronta alle elezioni non alle primarie. Non si possono indire primarie di centro-destra-sinistra dove tutto viene mischiato, tutto diventa torbido ed indistinto”. Un giudizio chiaramente negativo, che sfocia nella richiesta di archiviare la strana coalizione: “Dissentiamo in maniera netta e non saremo mai complici di scelte fatte dai soliti noti e chiediamo, pertanto, lo scioglimento della marmellata “Agrigento 2020” e l’annullamento di queste primarie, di cui l’esito tutti conoscono”. Il Pd, l’Udc e gli altri. Ad Agrigento “esplode” la maggioranza di Crocetta.

D’Alia insiste: “Perché Cimino se l’è presa?”

“Non capisco perché Michele Cimino se la sia presa – dichiara in serata Gianpiero D’Alia – visto che non ho fatto alcun riferimento alla sua persona. La sua reazione sembra più un’auto accusa che una difesa visto che io non l’ho considerato. Comunque sono d’accordo con lui, la regola vale per Agrigento, per Messina e per l’intera regione. Io non ho mai nominato – aggiunge – e non mi sono mai immischiato nelle scelte dei manager della sanità perché penso che faccia schifo e che la politica debba occuparsi di altro. Questo da quando ho iniziato la mia attività politica e intendo continuare così. Sinceramente non posso dire la stessa cosa del mio amico Michele che da buon navigatore ha attraversato governi di centrodestra e di centrosinistra con l’abilità di chi sa stare sempre a galla, godendo sempre di “buona salute” politica”.


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