CATANIA – Se l’Odissea di Ulisse ebbe inizio ad Itaca, quella di molti siciliani e turisti – secondo il Coisp – potrebbe avere inizio a Fontanarossa. Denunce che scottano quelle diramate dal Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di Polizia, che raccontano di unaeroporto che potrebbe essere “gestito meglio” e che probabilmente lascia nei ricordi del viaggiatore una immagine non di certo lusinghiera della città.
Fontanarossa è il sesto aeroporto italiano per traffico passeggeri e il primo del sud Italia, ma questo non basta.“A fronte dell’aumento dei biglietti aerei, paradossalmente, aumentano i disagi per i passeggeri che vi transitano – spiegano dal Coisp – code interminabili che, in alcune circostanze, si allungano sino alle porte d’ingresso dell’aerostazione se non oltre, tutto questo non è ammissibile”.
Secca la replica concessa in esclusiva a LiveSicilia dalla Sac. “Trattandosi di un sindacato di operatori di polizia, dovrebbe operare per favorire in clima di distensione tra i passeggeri che affrontano le code piuttosto che indicare presunte e inesistenti responsabilità altrui. Tuttavia appare francamente singolare che un sindacato intervenga sull’organizzazione e il dimensionamento delle risorse di una società della quale non rappresenta i lavoratori”.
Ma il Coisp incalza. I passeggeri onde evitare di rimanere a terra, sono costretti a recarsi in Aeroporto un paio di ore prima del volo, perché, proseguono: “Chi non si reca a Fontanarossa almeno due ore prima potrebbe perdere il volo a causa delle lunghe code che si creano prima dei controlli della sicurezza, una soluzione? Semplice: chiediamo agli organi di controllo d’imporre all’ente di gestione dei servizi aeroportuali ad esempio l’apertura di tutti e 10 i varchi in modo da smaltire velocemente le file, pazienza significa che bisognerà assumere qualche dipendente in più! Del resto una buona parte del prezzo dei biglietti è destinata proprio ai servizi aeroportuali”.
La replica: “I controlli di sicurezza – prosegue la Sac – sui flussi di passeggeri ad opera di Sac Service, società controllata da Sac, è costante e il dimensionamento del servizio, anche in termini di dotazione di personale, viene effettuato sulla base delle previsioni di traffico derivanti dall’operativo dei voli. E viene fatto utilizzando metodi, procedure e programmi di calcolo utilizzati, a livello mondiale, in tutti gli aeroporti civili. Pertanto le file che si generano in talune circostanze e fasce orarie non sono certo legate al numero di persone impiegate per il servizio. Lo dimostra il fatto che nelle fasce orarie congestionate si registra sistematicamente l’apertura di tutti i dieci varchi esistenti”.
Non c’è quindi una soluzione al disagio? “E’ bene cogliere l’occasione per puntualizzare che nella larghissima parte dei casi nei quali si registrano code ai varchi di sicurezza le cause non sono da addebitare alla società di gestione del servizio ma a cause infrastrutturali – proseguono dalla Sac – La scarsa profondità dell’aerostazione, “schiacciata” tra la viabilità urbana e la pista aeroportuale, riduce infatti le rastrelliere riducendo lo spazio per la “preparazione” del controllo e per il successivo “rivestimento” del passeggero. Ciò allunga enormemente i tempi complessivi del controllo. La scarsa lunghezza del “serpentone”, legata agli stessi motivi, determina il fatto che la fila si estende, incrociando i flussi ai check-in e dando la percezione ulteriore di disagio. Le attese ai varchi si misurano comunque in minuti non in metri di serpentone”.
Code, ma non soltanto. Quanto denunciato dal sindaco di Polizia infatti non si fossilizza soltanto sulle code, ma tira in ballo altri elementi, non di certo di secondaria importanza, che secondo il Coisp recano un danno all’Aeroporto. “Ci sono degli stranieri che importunano i passeggeri, e tra l’altro Fontanarossa è l’unico aeroporto al mondo in cui mancano gli orologi a vista nelle sale partenze e nel resto dell’aerostazione… ma la lista dei problemi è molto più lunga! Noi Coisp chiediamo al Direttore della 7^ Zona Frontiera semplicemente di vigilare di più”.