CATANIA. Confcommercio: lotta senza quartiere all’illegalità. Contraffazione e abusivismo, falsando le regole della concorrenza, causano danni economici per le aziende sane. I dati presentati da Confcommercio Catania, nella giornata di mobilitazione nazionale contro l’illegalità, lo dicono in modo palese. Sono 17,2 i miliardi di fatturato andati perduti per l’anno 2013: 8,8 miliardi sottratti al commercio al dettaglio, 5,2 al settore della ristorazione. Le stime legate ai prodotti contraffatti sono altrettanto preoccupanti: un fatturato da 3,3 miliardi. Il tutto a fronte di una crisi del settore che vede circa 70000 aziende a rischio chiusura ogni anno. Durissime anche le ricadute occupazionali, circa 185000 sono gli occupati nel comparto che ogni anno rischiano di perdere il porto di lavoro. Una mattanza. Il quadro dell’economia nazionale, come se non bastasse, è altrettanto scuro. Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, intervenuto in diretta streaming, all’assise catanese è lapidario: “Il 2014 non sarà l’anno della ripresa”. Per Sangalli serve una correzione della legge di stabilità una riforma fiscale in grado di rilanciare la tanto agognata ripresa economica. A fronte di un calo dei consumi (-2,4%) e di un Pil, stimato per l’anno in corso, che tocca quota -1,7%.
Una situazione di crisi in cui “l’illegalità trova terreno fertile” come dimostra l’indagine Format sui consumatori. “Un consumatore su quattro ha acquistato nel 2013 un prodotto o un servizio illegale”, la metà delle persone intervistate ha giustificato la scelta “per ragioni di tipo economico”. Il meridione d’Italia detiene il triste primato di zona italiana più colpita dal fenomeno. Catania non fa eccezione, anzi. “Quella di oggi è una mobilitazione contro l’illegalità a 360 gradi: abusivismo, contraffazione e tutto quello che impedisce all’azienda sana di confrontarsi a parità di livello” spiega Piero Agen, vice presidente di Confcommercio. Basta fare un giro per le vie della città etnea per rendersi conto delle sacche d’illegalità diffusa. “Ogni mattina, nella sola città di Catania, operano circa mille operatori abusivi, dati alla mano, vuol dire che ognuno di loro viene colpito una volta ogni due anni”, dice Agen che snocciola altre cifre eloquenti. “Su Catania vengono effettuati circa mille sequestri l’anno e quattrocento sessanta verbali di occupazione del suolo pubblico”. Un fenomeno che, nei fatti, condanna le aziende sane che non possono “competere contro chi non paga le tasse, il suolo pubblico e i contributi”.
Soltanto nei primi mesi dell’anno in corso, nella città etnea sono stati elevati ben 488 per mancanza di licenze e 467 per occupazione abusiva del suolo pubblico. Agen riconosce alle forze dell’ordine un grande impegno sul campo. Ma c’è ancora tanto da fare. “Confcommercio- prosegue- chiede una rivoluzionaria modifica dell’atteggiamento, non si tratta di combattere contro povere persone che cercano di sopravvivere, cerchiamo di combattere un sistema che, a monte, è legato a precise organizzazioni di tipo criminale, che mette in piedi queste attività sia per l’utile che ne deriva sia per garantirsi uno statico e continuo controllo del territorio”. Il vice presidente ci tiene a fare una precisazione sui dati relativi all’evasione fiscale. “Spesso si dice che il commercio evade un tot di tasse, è vero ma lo non lo evade il commercio regolare, ma quello abusivo”. Agen invita tutti a fare un semplice calcolo. “Provate a moltiplicare il fatturato di poche centinaia di euro totalizzato da mille abusivi a Catania per 365 giorni: in un anno si otterranno milioni di euro”. Un dato destinato a crescere in modo esponenziale a livello nazionale con una ricaduta non da poco a livello occupazionale: “Ogni due abusivi si perde un posto di lavoro nella catena distributiva regolare”. Agen, inoltre, mette in guardia dall’utilizzo dei prodotti taroccati, come farmaci e giocattoli, che mettono a repentaglio la vita stessa dei consumatori.
Un ruolo chiave deve essere giocato dalle amministrazioni locali. Agen auspica una “svolta newyorkese”: “Servono dei Rudolph Giuliani che facciano capire che il piccolo reato di strada diventa la porta di ingresso per entrare in un mondo di grandi reati e grande illegalità”. Infine un monito: “Non esistono reati minori”.