Zone franche per la legalità, introduzione di un “conto unico per gli appalti”, cioè l’obbligo per le stazioni appaltanti di aprire un numero di conto corrente unico sul quale gli enti appaltanti facciano confluire tutti gli oneri relativi all’appalto, laboratori scolastici per la legalità, un fondo di rotazione per i beni confiscati alla mafia e assegnati ai comuni con dotazione per il triennio 2008/2010 di quindici milioni di euro per la redazione di piani di utilizzo e di studi di fattibilità.
Queste le novità principali della bozza di legge regionale (per cui è previsto entro la fine dell’anno l’arrivo all’Ars, per la successiva discussione ed approvazione) a difesa delle vittime del racket e della criminalità illustrate alla Camera di Commercio, alle forze sindacali e produttive e al consiglio camerale. A farlo la Commissione Antimafia Regionale composta da Calogero Arturo Speziale (presidente), Cataldo Fiorenza, Raimondo Luigi Bruno Maira, Livio Marrocco, Roberto Corona (vicepresidenti) e dai consiglieri Concetta Raia, Giulia Adamo, Salvino Caputo, Salvatore Cordaro, Nicola D’Agostino , Orazio D’Antoni, Vincenzo Marinello, Raffaele Giuseppe Nicotra, Giuseppe Picciolo, Fortunato Romano.
Di fronte ad un pubblico di rappresentanti di forze economiche e sociali (Confcommercio, Confindustria, sindacati, organizzazioni del piccolo e medio commercio, associazioni artigiane e del mondo agricolo, Lega Coop, associazioni dei consumatori) con l’assenza delle associazioni antiracket (pare che non siano state invitate), il Presidente della Commissione Regionale Antimafia Speziale ha spiegato, rivolgendosi alla platea, il senso dell’iniziativa, che- suo dire- è un “segnale preciso che viene mandato alle forze economiche perché si possa stabilire anche nella nostra Regione si possa utilizzare un termine che spesse volte è stato inflazionato: la libertà d’impresa, perché voi più di me sapete che in Sicilia lo svolgimento delle attività economiche viene alterato dalla presenza della malavita organizzata e dalla mafia.”
Nella bozza presentata si prevede che agli imprenditori che denuncino richieste estorsive o richieste provenienti dalla criminalità organizzata tendenti a modificare il normale svolgimento dell’attività economica, cui sia seguita una richiesta di rinvio a giudizio, siano concesse esenzioni vantaggiose per cinque anni dalle imposte sui redditi, dall’Irap, dall’Ici, dal versamento dei contributi previdenziali. Anche gli imprenditori che operano fuori dalle zone franche possono usufruire dell’esenzione Irap.
Un dubbio su questo specifico aspetto è stato espresso dal segretario provinciale della Cgil Francesco Battiato, che ha precisato che “ciò può andare bene se il governo nazionale accompagna questa normativa”.
Per il resto giudizio positivo anche della Cgil.
La bozza, inoltre, prevede l’istituzione di un fondo da parte dell’assessorato regionale ai beni culturali alle scuole siciliane per l’istituzione di laboratori della legalità, l’introduzione di un “conto unico per gli appalti” e cioè dell’obbligo per le stazioni appaltanti di aprire un numero di conto corrente unico sul quale gli enti appaltanti facciano confluire tutti gli oneri relativi all’appalto; del conto deve avvalersi l’aggiudicatario per tutte le operazioni relative all’appalto. Il mancato rispetto dell’obbligo provocherebbe la rescissione unilaterale per inadempimento contrattuale.
Le legge fa riferimento anche alla gestione dei beni confiscati alla mafia e assegnati ai Comuni per la cui riutilizzazione viene istituito un fondo di rotazione con dotazione per il triennio 2008/2010 di quindici milioni di euro per la redazione di piani di utilizzo e di studi di fattibilità, nonché per la progettazione tecnica delle opere necessarie ad adeguare i beni agli obiettivi sociali e produttivi. Alle cooperative sociali, alle associazioni onlus, alle comunità di recupero e ai Comuni sono accordati anticipazioni, fideiussioni e punteggi finalizzati alle realizzazione di progetti ed iniziative connesse al riuso e alla fruizione sociali di tali beni, mentre sarà istituita una sorta di “corsia preferenziale” per l’istruttoria e l’espletamento delle pratiche amministrative legate al riutilizzo dei beni ex mafiosi.
Il Presidente della Camera di Commercio di Catania, Pietro Agen ha avuto parole d’elogio:
“La bozza della legge regionale a difesa delle vittime del racket e della criminalità è il risultato di una logica del fare. Si è cercato di stimolare la denuncia favorendo l’imprenditore colpito ma senza renderlo un privilegiato. Per questo la condivido e per questo mi sembra un buon inizio sul terreno della lotta al pizzo”. Agen ha aggiunto: “Oggi godiamo i frutti del lavoro di una commissione bipartisan che dimostra di saper lavorare su temi seri: i risultati si vedono. Vent’anni fa ci si rimproverava di parlare poco di temi come il racket, oggi forse si viene accusati del contrario. Da sei mesi la Camera di Commercio di Catania si costituisce parte civile a sostegno degli imprenditori taglieggiati. La giunta camerale si è mossa all’unanimità su questo versante”.
Agen ha sottolineato anche che “insieme all’Unione regionale Camera di Commercio stiamo completando l’attivazione di uno speciale sportello camerale contro il racket. A Catania stiamo anche ospitando molte iniziative analoghe: dalla presentazione di libri alla organizzazione di dibattiti. La Camera di Commercio di Catania sta diventato poco a poco una sorta di centro di diffusione antiracket”.