Agguati con i kalashnikov e droga, blitz fra la Sicilia e il Belgio

Agguati con i kalashnikov e droga|Arresti fra la Sicilia e il Belgio

Ricostruita la faida fra due clan agrigentini. Contestato un duplice tentato omicidio, ma si indaga su cinque delitti

PALERMO – Un ponte della droga fra la Sicilia e il Belgio ha probabilmente scatenato una faida sanguinosa, combattuta a colpi di kalashnikov. Cinque morti ammazzati e altrettanti agguati falliti.

Gli arrestati

Nella notte le squadre mobili di Agrigento e Palermo, e del Servizio centrale operativo hanno arrestato sette persone. Quattro in Sicilia e tre all’estero: Antonino Bellavia, classe ’72, Calogero Bellavia dell’89, Calogero Ferraro classe ’78, Carmelo Nicotra dell’82, Gerlando Russotto classe ’89, Carmelo Vardaro del ’76, Vincenzo Vitello classe ’56.

I reati

I reati contestati sono traffico internazionale di droga, tentato duplice omicidio, estorsione, detenzione di armi. Ma la Direzione distrettuale antimafia di Palermo è convinta di potere presto svelare i retroscena di una lunga scia di morte. Al momento mancano dei tasselli, ma non è ancora finito il lavoro del procuratore aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Claudio Camilleri, Gianluca De Leo, Calogero Ferrara e Alessia Sinatra.

La Direzione distrettuale antimafia di Palermo, guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, tramite Eurojust, per la prima volta ha dato vita a un Joint Investigation Team con la polizia federale di Liegi.

La scia di sangue

Il 23 maggio 2017 Carmelo Nicotra, 35 anni, viene raggiunto da una pioggia di fuoco. I killer imbracciano dei Kalashnikov. Nicotra scampa miracolosamente alla morte. Se la cava con un colpo al gluteo.

Il momento dell’agguato

Due telecamere riprendono i killer che prima si danno appuntamento e poi sparano all’impazzata nei pressi di un garage. C’è un video che testimonia la violenza. Nicotra il panettiere, ma va spesso in Belgio. Secondo gli investigatori, sarebbe legato al clan Di Stefano, noto con il soprannome “Furia”.

Il vero obiettivo dei killer è Maurizio Distefano, 41 anni, che riesce a mettersi in salvo. Ed è questo il tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso per cui al momento il giudice per le indagini preliminari Guglielmo Nicastro ha accolto la richiesta di arresto.

Ma la scia di sangue è molto più lunga. L’8 marzo 2018 a Favara viene assassinato Emanuele Ferraro. Il cadavere del muratore quarantenne viene trovato alle dieci del mattino, tra via Armando Diaz e via dei Mille, a pochi passi dalla Chiesa Madre. Gli hanno sparato cinque colpi di pistola calibro 9X21.

Il 3 maggio 2017 a Sclessin, sobborgo di Liegi, poco dopo le 22:00 viene assassinato Baldassare Sorce, 51 anni, nato a Favara, titolare della pizzeria “Il grande fratello”.

Il 14 settembre 2016 un commando entra in azione ancora una volta a Liegi. Quattro colpi di pistola nel cuore della notte in un condominio del quartiere Outremeuse. La polizia belga trova il cadavere di Mario Jakelich, 28 anni, di Porto Empedocle. Assieme alla vittima c’è ancora Maurizio Distefano, 41 anni, di Favara. È in fin di vita, ma se la caverà.

II 26 ottobre 2016 Carmelo Ciffa, 42 anni, viene ucciso a colpi di pistola in corso Vittorio Veneto, a Favara. Originario di Porto Empedocle, ufficialmente si arrangiava facendo lavori saltuari. La mattina dell’agguato stava rimuovendo una palma secca. Nella sua fedina penale c’erano alcuni precedenti per droga.

Il primo omicidio e la faida

Ma è al gennaio 2015 che i pm fanno risalire l’inizio della faida. E cioè al giorno dell’agguato in cui viene assassinato Carmelo Bellavia, soprannominato “Melo carnazza“. Ci sarebbe una partita di droga non pagata dietro l’omicidio. Da quel momento si crea l’insanabile spaccatura fra i furia e i carnazza. Nel frattempo i due gruppi avrebbe continuato a importare e vendere cocaina e marijuana in Belgio e in Sicilia.

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