Agguati, vendette e sangue |Ergastolo per due uomini d'onore - Live Sicilia

Agguati, vendette e sangue |Ergastolo per due uomini d’onore

Chiuso il processo di primo grado: condanne per gli omicidi di Lorenzo Saitta, Franco Palermo e Giuseppe Rizzotto.

la sentenza
di
2 min di lettura

CATANIA – Risuona la parola ergastolo nell’aula Serafino Famà del Palazzo di Giustizia di Catania. Due uomini d’onore della famiglia di Cosa nostra di Catania, Daniele Nizza e Orazio Magrì, sono stati condannati alla pena più pesante prevista dall’ordinamento giudiziario italiano. La Corte d’Assise di Catania ha ritenuto i due santapaoliani colpevoli di omicidio ed ha accolto le richieste di condanna del pm Rocco Liguori. Daniele Nizza sarebbe il mandante dell’assassinio di Lorenzo Saitta, sparito nel nulla il 6 dicembre 2007, e componente del  gruppo di fuoco che ha ucciso nel 2009 Franco Palermo, storico esponente dei Cursoti. Orazio Magrì, invece, è accusato di aver sparato a sangue freddo al referente del Villaggio Sant’Agata Giuseppe Rizzoto un pomeriggio di settembre del 2011. La Corte d’Assise, infine, ha condannato a 10 anni di reclusione Fabrizio Nizza, collaboratore di giustizia, imputato e principale accusatore dei due boss catanesi. Accuse quelle mosse dalla Procura che sono state respinte nel corso della lunga arringa difensiva dell’avvocato Salvo Pace che ha chiesto l’assoluzione per i due imputati. 

Un processo di primo grado, quello appena concluso, che ha ripercorso una cronistoria di sangue e pallottole. Una pagina cruenta della storia della mafia catanese. Mafia che uccide con il contagocce, ma uccide ancora. Lorenzo Saitta, avrebbe avuto la colpa di essere il cugino dell’omonimo Saitta, conosciuto come Salvuccio Lo Scheletro, che in carcere avrebbe fatto sapere che appena fuori “avrebbe fatto la cinquina”. Il riferimento sarebbe stato ai fratelli Nizza. A sparare – lo dicono diversi pentiti – sarebbe stato Andrea (condannato in appello) e a dare l’ordine sarebbe stato Daniele. Decisione che avrebbe fatto infuriare l’ex uomo d’onore Fabrizio. “Perché macchiare di sangue le mani del giovanissimo fratello Andrea?”. Un appuntamento sotto un garage per “provare una partita di cocaina” e poi la fucilata. Poi il corpo da seppellire e far sparire. Dal 2007 ci spostiamo al 2009. All’agguato davanti al Bingo di via Caronda. Franco Palermo ucciso per vendetta. Franco Palermo sarebbe stato indicato come uno dei sicari insieme a Nicola Lo Faro di Giuseppe Vinciguerra, il cugino di Orazio Magrì. Il killer dei Santapaola è stato già condannato all’ergastolo in primo grado. La scia di sangue poi porta al 2011, quando in un casolare di campagna sarebbe stata organizzata la trappola per Giuseppe Rizzotto, il capo del Villaggio Sant’Agata. Ad un certo punto il boss sarebbe stato accerchiato per rispondere ad alcune domande, Fabrizio Nizza lo avrebbe minacciato con la pistola. Ma avrebbe temporeggiato troppo: a quel punto Orazio Magrì avrebbe preso l’arma e sparato tutto il caricatore. Rizzotto, però, raccontano i pentiti non sarebbe morto sul colpo. Un omicidio che ha sullo sfondo la storica faida interna tra i Santapaola e gli Ercolano.

La Corte d’Assise ha anche condannato i due imputati a risarcire il danno alle parti civili costituite, assistite dagli avvocati Maria Fallico, Daniela Pistorio e Giuliana Conte. Si attende il deposito delle motivazioni della sentenza, che sarà sicuramente impugnata dalla difesa. I tre capitoli di sangue saranno ripercorsi in Appello.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI