AGRIGENTO- Ci sarebbe una compravendita di automobili, con attività non del tutto chiare, alla base della sparatoria avvenuta nel parcheggio di una concessionaria nel quartiere di Villaggio Mosè, ad Agrigento. La discussione si è trasformata ben presto in tragedia con l’omicidio di Roberto Di Falco, 38 anni, di Palma di Montechiaro, colpito mortalmente da un colpo di pistola all’addome.
La lite
La vittima, secondo prime ricostruzioni, si sarebbe presentata insieme ad altre tre persone nella concessionaria “AutoXpassione” gestita dall’agrigentino Lillo Zambuto e dai figli chiedendo conto e ragione di una partita di auto messa in commercio. Di Falco, la vittima, commerciava anch’esso autovetture. La discussione con il titolare del salone si è subito animata e il trentottenne palmese avrebbe estratto la pistola. Forse tentando di sparare, con l’arma che si sarebbe anche inceppata. Scampato il pericolo i bersagli del presunto agguato avrebbero reagito tentando di disarmare l’aggressore. Ne sarebbe nata una violenta colluttazione culminata con l’esplosione dei colpi che hanno ferito gravemente, proprio Di Falco, poi morto in ospedale.
La fuga
Gli altri tre, invece, sarebbero riusciti a fuggire a bordo di una Mercedes. Due di loro sono stati fermati in serata dagli agenti della Squadra mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore Tommaso Perna e dal vice Andrea Palermo, e si trovano in Questura. La terza persona che accompagnava Di Falco è stata individuata ma non ancora rintracciata. All’origine del gravissimo episodio sembra ci siano vicende legate alla compravendita di auto che ha posto in conflitto Zambuto e Di Falco, entrambi commercianti di vetture. Nel conseguente corpo a corpo sarebbe partito il colpo fatale. Le indagini sono tutt’altro che concluse.