Irpef, bagarre in Consiglio - Live Sicilia

Irpef, bagarre in Consiglio

Seduta sospesa per una rissa scoppiata in aula
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“Lunga è la notte, e senza tempo”. Erano gli anni ’70 e a scriverlo era Peppino Impastato. Anche la scorsa notte, in consiglio comunale, è stata lunga e senza tempo. Il primo appello dei consiglieri era previsto per le 19, ma non c’era ancora il numero legale per aprire la seduta. Ci si aggiorna alle 20.20. Questa volta, tanti i consiglieri intervenuti per discutere l’annullamento del raddoppio dell’addizionale Irpef (obiettivo che non è stato raggiunto, dunque il raddoppio ci sarò). Nonostante ci fossero i numeri, la seduta tarda ulteriormente ad iniziare: i consiglieri di Pdl e Udc chiedono una seduta a porte chiuse, paventando fantomatici rischi per la loro incolumità personale, a fronte di una manciata di giornalisti e dei primi 25 ‘fortunati’ cittadini ai quali, dalla portineria del Palazzo, era stato dato accesso all’aula. La discussione va avanti per mezz’ora. Tutti fuori. Poi si torna dentro. Alberto Campagna, presidente del Consiglio, apre la seduta ma immediatamente Giulio Tantillo, capo del gruppo Pdl, interviene per chiedere un’ora di sospensione per raccordarsi col suo gruppo. I consiglieri di Pd, Mpa, Idv sottolineano che, a loro avviso, si tratta di puro ostruzionismo, ma la lunga discussione che si intavola porta soltanto a sprecare ulteriormente del tempo: alla stregua di tutte le precedenti occasioni, Campagna concede la sospensione della seduta. Il gruppo berlusconiano si riunisce, tutti gli altri vanno a cena.
Sono circa le 23 quando si riapre la seduta del Consiglio, ancora ferma alle comunicazioni dei consiglieri. Tra gli interventi del Pdl, sia Milazzo che Tantillo manifestano la volontà di rassegnare le dimissioni, a patto che a farlo siano almeno in 26 (numero necessario per commissariare il consiglio, mantenendo in carica il sindaco e la giunta, ndr). È mezzanotte e venti quando la seduta viene nuovamente sospesa, per una rissa che ha visto protagonisti i consiglieri Tantillo (Pdl), Russo (Mpa), Ferrandelli (Idv) e Milazzo (Pdl). È stato necessario aspettare oltre novanta minuti prima che la seduta venisse ripresa, durante i quali i cittadini presenti hanno manifestato tutta la loro amarezza nei confronti dei consiglieri, chiamati a rappresentare la città.Finalmente attorno alle 2 del mattino si entra nel dibattito sull’Irpef. Dibattito che resta impantanato alla discussione sulla pregiudiziale presentata dal consigliere Bottiglieri (Udc), a cui fanno seguito le argomentazioni favorevoli e contrarie della minoranza al governo e della nuova maggioranza all’opposizione. Chi si dichiara pro, come Doriana Ribaudo (Udc) dice di essere dalla parte dei lavoratori delle municipalizzate, i cui stipendi dipendono appunto dal raddoppio dell’addizionale. Tantillo, invece, si oppone all’annullamento, facendo riferimento a delle irregolarità a suo dire presenti nella delibera a firma di 20 consiglieri. Tra chi si dichiara contro, D’Arrigo (Mpa) e Inzerillo (Pdl Sicilia), il quale si appella all’inamissibilità sia della delibera di giunta, che dell’ostruzionismo sterile a cui si assiste in Sala delle lapidi.E ancora, una breve pausa, durante la quale ci si incontra al bagno: consiglieri, liberi cittadini, uscieri, giornalisti, tutti lì a sciacquarsi la faccia e cercare di riacquistare la lucidità. Poi si torna in aula, ognuno con la propria maschera per interpretare il proprio ruolo, in questa commedia delle parti, che ha tutto il sapore di un atto premeditato. Volano i vicendevoli insulti , mentre ciascuna delle parti ripete all’altra che dovrebbe vergognarsi. Sono le 3:30 quando Mimmo Russo alza i toni, entrando nel merito del dibattito sull’Irpef:  “Il mancato annullamento della delibera di giunta – dice – significa schierarsi dalla parte delle ruberie di questa amministrazione. E domani sarete voi, che dovrete andare in strada e risponderne davanti ai cittadini, già abbondantemente tassati. I palermitani sono stanchi di vedere disamministrare la città”. Sono le 4 del mattino.  Niente di fatto. Tante urla da parte dei consiglieri, tanta indignazione da parte dei temerari rimasti tra il pubblico. Ma soprattutto, invariato il tasso dell’Irpef allo 0,8% sulle spalle dei contribuenti.


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