Sul pianeta Pandora certe cose non succedono. Cinema Cityplex Metropolitan, sala 4, Avatar. Il 3D è perfetto. Tecnologia sofisticata quella di Cameron. Forse in America. Qui a Palermo, nella nuovissima multisala di viale Strasburgo ogni tanto qualcuno si distrae.
Mentre i giganti blu, quelli dagli occhi grandi e gli archi in spalla corrono in una foresta dai colori vivaci, tra funghi rosa, liane azzurre e sacri alberi bianchi, nell’affannosa speranza di salvare la loro terra…stop. Si blocca l’immagine. Luci accese. Rumori da risonanza magnetica. È a un palmo di naso il faccione alieno dal naso schiacciato e lo sguardo penetrante. Se ne possono distinguere perfino le ciglia. E rimane lì, nell’attesa di poter continuare la sua battaglia, con centinaia di occhi che lo scrutano, dall’altro lato dello schermo.
Cinque minuti e la folle corsa contro elicotteri e giganti robot nemici riprende. Le immagini scorrono veloci, inchiodando alla sedia spettatori affascinati da effetti speciali mai visti. La sensazione è di essere uno di loro. Un Avatar, che salta da un ramo all’altro, con l’agilità di un acrobata.
Ma l’illusione di calpestare foglie viola, volare nel cielo su draghi colorati e uccidere nemici con frecce appuntite svanisce di colpo. Un’altra volta. Lo schermo trema, la sala si riempie di fischi e lamentele. Qualcuno protesta: “Aggiustate il dvd invece di chiacchierare”. Altri ironizzano: “Vogliamo i soldi indietro”. Forse il vero problema non è il dvd, ma la sala proiezione vuota. L’addetto ai lavori si è allontanato per sostituire un collega alla cassa. La gente in piedi s’infervora. Le maschere cercano di mantenere la calma e si giustificano: “Un attimo di pazienza e risolviamo”. Trascorre più di un attimo. Sei o sette minuti e il film ricomincia. Ma ormai Pandora è solo un ricordo. Siamo tornati a Palermo.
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