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Al Nord dell’Africa| Al Sud dell’Europa

L'emergenza Lampedusa
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Com’è trovarsi al Nord dell’Africa? Basterebbe chiederlo agli abitanti di Lampedusa che, tra l’altro, ha un vice sindaco della Lega, la senatrice Maraventano. Com’è stare al Sud dell’Europa? Questo lo racconta la cronaca – munita e dettagliata, bisogna ammetterlo – di due giorni di puro “esodo di proporzioni bibliche” come l’ha definito il sindaco dell’isola De Rubeis. Perché il Maghreb è in fermento e questa è sola la prima ondata di un flusso migratorio che ancora non si riesce a misurare.

I numeri. Si è parlato di 4mila clandestini giunti a Lampedusa in quattro giorni, ma sono stime che crescono col passare delle ore. Da mezzanotte alle 18 circa sono stati 1.360 gli immigrati giunti a Lampedusa in 18 sbarchi, ai quali si devono aggiungere i circa 2-300 avvistati su due barconi che dovrebbero entrare in porto nelle ore a seguire. La fonte dei dati sono le forze di polizia impegnate sul campo.

Il commissario. Il consiglio dei Ministri ha nominato il prefetto di Palermo, Francesco Caruso, commissario straordinario per l’emergenza e il primo atto è stato quello di far riaprire il Cpt di Lampedusa, con la soddisfazione dell’agenzia Onu per i rifugiati. Sono già stati stipati in mille dentro la struttura (capienza nominale 850) mentre si monta una tendopoli a Rosolini, nel Siracusano, e un ponte navale-aereo continua a trasportare gli immigrati nelle altre strutture in Sicilia e nel resto di Italia. Ma già ieri sera si annunciava il tutto esaurito.

A Sud della Ue. Ma, ancora una volta, l’Italia è sola ad affrontare l’emergenza. Che i disordini nordafricani avessero un risvolto in termini migratori non era poi così difficile da prevedere per i ‘parrucconi’ di Bruxelles. Per la piena operatività del sistema Frontex – che la commissione Ue oggi ha fatto sapere di aver già attivato – e un pattugliamento congiunto fra l’Italia e la Tunisia occorreranno (se ci sarà la volontà politica) parecchi giorni, mentre dalle spiagge tunisine continuano a partire migliaia di persone. Il ministro Frattini domani incontrerà il primo ministro Tunisino in attesa che l’Europa batta un colpo.

Ma, forse, per capire veramente cosa significhi stare al Nord dell’Africa si dovrebbe sentire uno dei tanti migranti. “Non entro perché poi mi arrestano”, dice uno di loro resistendo all’idea di entrare nel Cpt e dando voce alla preoccupazione di molti. Gli operatori umanitari e gli stessi carabinieri – con in testa il comandante della Compagnia di Agrigento, il capitano Giuseppe Asti, e il comandante della stazione di Lampedusa, il maresciallo Donato De Tommaso – si stanno dando un gran da fare per convincerli che non è vero, che è solo un modo per non farli dormire al addiaccio. Rassicurazioni che convincono solo in parte perché in diversi stanno facendo marcia indietro. Le forze di polizia continuano però in questa opera di persuasione e sono convinte che presto, anche per il freddo che la sera è pungente, tutti quelli che ancora si trovano all’aperto entreranno nel Centro dove ci sono letti e pasti caldi. E domani è un altro giorno.


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