Al processo contro le ong spuntano le intercettazioni fatte da un avvocato - Live Sicilia

Al processo contro le ong spuntano le intercettazioni fatte da un avvocato

Scontro in aula tra accusa e difesa

TRAPANI – Ancora un colpo di scena per l’indagine della Procura trapanese sulle Ong, l’inchiesta sui cosiddetti taxi del mare. Ha fatto la comparsa una registrazione fatta di nascosto da un avvocato durante un interrogatorio, negli uffici della Procura. Indagati dinanzi al gup, giudice Samuele Corso, compaiono alcuni equipaggi di tre Ong, nei confronti dei quali è contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Si tratta dell’indagine che portò al sequestro della nave Juventa della Ong tedesca Jugend Rettet e a seguire delle indagini nei confronti di equipaggi delle Ong Medici Senza Frontiere e Save the Children.
Oggi l’udienza preliminare è ripresa, dopo una lunga pausa, disposta dal giudice per permettere alla Procura di sanare alcuni vizi di forma, tant’è che i pm ,nel tempo trascorso da maggio ad oggi, hanno dovuto notificare un nuovo avviso di conclusione delle indagini e poi ripetere la richiesta di rinvio a giudizio, atti identici ai precedenti, e risolvere alcune questioni legate alla traduzione degli atti, considerato che buona parte degli indagati non sono di nazionalità italiana.

Ma oggi la ripresa dell’udienza ha riproposto il braccio di ferro tra difese e accusa, circa l’interrogatorio di uno dei comandanti della Juventa, il tedesco Darius Beigui. Nelle scorse settimane il difensore , avvocato Nicolò Canestrini, aveva pubblicamente contestato la Procura di Trapani, a suo dire incapace di trovare un traduttore per l’interrogatorio, circostanza rispetto alla quale oggi in udienza i pm, Brunella Sardoni e Giulia Mucaria (con loro c’era anche il procuratore aggiunto Maurizio Agnello) hanno fatto notare al gup la totale infondatezza della condotta attribuita e semmai, a loro avviso, “la pretestuosità” del comportamento del legale, andato via col suo assistito senza firmare il verbale. Tutto documentato con un video consegnato dai pm al gup e acquisito al fascicolo. Secondo la norma infatti gli interrogatori debbono essere video registrati.


Il colpo a sorpresa è stato però un altro. Canestrini ha consegnato al gup un pen drive con all’interno la registrazione audio fatta da lui, in segreto, dell’interrogatorio. Una registrazione compiuta assolutamente di nascosto certamente dai pm. Il file audio riguarda la fase finale dell’interrogatorio, e cioè mentre i pm, dopo avere interrotto la video registrazione, essendosi concluso l’interrogatorio, stavano leggendo il verbale riassuntivo. Mentre Sardoni e Mucaria si sono opposte all’acquisizione della registrazione prodotta dal legale, definendo l’iniziativa “clandestina” e fuori dalla corretta “condotta processuale”, il gup ne ha disposto l’acquisizione, definendo soltanto singolare l’iniziativa del difensore.

Insomma, in questa indagine si è passati dalle intercettazioni dei pm nei confronti dei giornalisti, circostanza che emerse a conclusione delle indagini e che portò il ministero a disporre una indagine interna (concluse a favore della Procura in questo i giornalisti furono intercettati indirettamente per i contatti con soggetti indagati), alle registrazioni nascoste dei difensori. Ci vuole poco a dedurre che sarà una udienza contrassegnata da continui e forti contrasti, tra le parti. Prossimo appuntamento il 13 gennaio, quando il giudice Corso affiderà ad un perito la trascrizione di una parte delle intercettazioni.


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