“Il mio specchio è mio figlio. Lo so, è inevitabile che, tra qualche anno, quando avrà vent´anni, mi chiederà: ‘Papà, ma che razza di città mi hai consegnato?’…Be’ non voglio farmi trovare impreparato, potrò rispondergli: ‘A papà, quello che potevo fare l´ho fatto'”. Roberto Alajmo, giornalista e scrittore palermitano, spiega così la scelta di costituirsi parte civile, assieme agli avvocati Michelangelo Di Napoli, Maurizio Gemelli e Piero Milio, nel processo sulla mancata applicazione di misure antismog adeguate nel capoluogo, nel quale sono imputati il sindaco e due ex assessori.
Non c’è dunque una motivazione politica?
“Politica sì, ma non partitica. Voglio dire, respirare aria pulita non è né di destra, né di sinistra. La buona amministrazione ed alcuni diritti elementari come questo, non dovrebbero essere appannaggio di un gruppo politico. Tra l’altro, noi quattro abbiamo orientamenti politici diversi”.
E’ proprio una questione di coscienza civile allora…
“Sì, ogni cittadino deve rendersi conto del danno che subisce a respirare aria sporca e non solo quello. Io in questa città ci vivo, ci vive mio figlio e non vorrei un giorno dovergli dire ‘sai mi sono beccato questo cancro ai polmoni’. Troppo spesso c´è un muro di gomma rispetto alle esigenze dei cittadini e questa è una strada che vogliamo indicare: ci si può difendere e, se è necessario, da semplici cittadini, anche andando in tribunale”.
Certo, ma siete solo in quattro.
“Molto spesso prevale una brutta sensazione in noi, l’idea di credere che non ci può essere una giustizia. Avremmo potuto raccogliere firme, per esempio. Io stesso avrei potuto sollevare la questione sul mio blog. Non l’abbiamo fatto perché stiamo agendo come singoli cittadini. Lo scopo è anche di far sentire agli amministratori che c’è qualcuno che li controlla, che devono rispondere realmente delle loro scelte ai cittadini”.
In quest’ottica, la scelta del tribunale di accogliere la vostra richiesta è dunque importante.
“Sì, è una cosa importante, ma per ora non voglio dire altro. C’è un processo, si stabilirà chi ha ragione e chi ha torto in aula. Penso che i conti vadano sempre fatti alla fine”.
Tornando alla questione dello smog, perché qui sembra che non si riescano a mettere in atto provvedimenti adeguati, come accade invece in molte altre città?
“Perché tutto viene fatto all’acqua di rose, con faciloneria. Ci si dice ‘oggi ci sono, domani chissà’. Gli effetti delle polveri sottili sulla nostra salute si vedranno tra diversi anni… chissà, in effetti, chi ci sarà allora ad amministrare questa città, chi dovrà risponderne”. S.F.