Gli eroi son tutti giovani e belli. “Si incontrarono alla Favorita il giorno della Befana del 1969, in occasione di una amichevole fra i rosa e la Dynamo di Mosca. Yashin, soprannominato il ‘Ragno Nero’ era considerato il migliore portiere del mondo, eppure Tanino riuscì a fargli un gol. Due a uno per la Dynamo, il risultato della partita arbitrata da Concetto Lo Bello, con 20 mila spettatori”. Così Nello Bonvissuto, esperto nocchiero delle memorie rosanero, commemora Tanino Troja, mitologico centravanti rosanero, nel giorno della sua morte. E lo fa con parole preziose e con la foto che mostriamo, pubblicata sul suo profilo Facebook.
Sono tasselli di un’epica da cui emergono il profilo rapace del centravanti palermitano e l’ombra scura di un portiere, con la fama di imbattibile. Per cui averlo battuto vale quanto una medaglia.
Il ricordo sui social
Tanino (gli eroi si chiamano per nome), negli ultimi anni, era appesantito dalle sue sofferenze fisiche ed emotive, straziato dalla morte del figlio. Ma restava immaginario in cui davvero gli eroi son tutti giovani e belli, come cantava Guccini. Il calcio in bianco e nero di ‘Novantesimo’, con i gol in diretta affidati alle voci di Ameri, Ciotti, Luzzi… Erano gli anni del pallone a rombi in cui i calciatori sembravano più grandi della loro età. Sfortunato chi non lo ha conosciuto, chi non ha conosciuto Tanino Troja. Quel tempo era raccontato da Gianni Brera, secondo gli estri di Eupalla. Lo leggevi con il vocabolario e la fantasia.
Era un uomo con delle insospettate timidezze, Tanino, che si scherniva, che si imbarazzava perfino. Era semplice, in un’età distante da miti di cartapesta, avvicinarlo, stringergli la mano, salutarlo. E lui assumeva l’aria di un bambino felice che arrossisce per i complimenti. “Tanino Troja è morto, ma resterà per sempre nella nostra storia. L’ha scritta con il suo cuore rosanero: da bomber, da prezioso osservatore per tanti allenatori e da tifoso”, ha scritto su Facebook il giornalista Alessandro Amato.
L’indimenticabile rovesciata
Lo scrittore Roberto Alajmo ha commemorato una sforbiciata contro il Genoa: “Ancora oggi la metà dei bar di Palermo c’ha da qualche parte la fotografia di Tanino Troja a testa sotto e piedi in aria per raggiungere quel pallone che sembrava perduto…”.
E il maestro Benvenuto Caminiti: “Ciao Tanino, mi hanno appena informato che tu, d’improvviso, stufo di questa terra pesante e appiccicaticcia, che da troppo tempo ti si era accanita contro, hai piantato baracca e burattini e te ne sei volato lassù dove il cielo è più azzurro e basta un colpo di vento per cambiare veduta e prospettiva. Eri stanco di subire i colpi della malasorte: la gamba che cedeva, i reni che si bloccavano e, infine, il colpo più duro, infame e proditorio: due anni fa, la morte del tuo unico figlio, Salvo, a soli 28 anni…”. Ma niente si perde, in fondo. Tutti i palloni calciati e sognati sono finiti, sicuramente, da qualche parte. Un giorno, saranno ritrovati. (Roberto Puglisi)