14 Giugno 2020, 12:51
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PALERMO – Il 14 di ogni mese il dolore si fa più intenso. Scandisce il tempo che passa, fortifica i ricordi, alimenta il desiderio di giustizia. E oggi, a cinque anni e cinque mesi dal delitto, la madre di Aldo Naro torna a condividere le sue lacrime, parlando della sua vita senza il figlio che le è stato strappato con una violenza inaudita. Sul pestaggio mortale del 14 febbraio del 2015 al ‘Goa’ le indagini sono ancora in corso: dopo la condanna di un minorenne, infatti, il caso non è ancora chiuso. A dicembre il Gip di Palermo Filippo Serio ha respinto la richiesta di archiviazione da parte della procura e ha chiesto che si indaghi ancora. Sarebbero coinvolti altri tre buttafuori, accusati di omicidio volontario in concorso e ora indagati. Oggi è così una altro giorno di ricordi e assenze per Anna Maria Naro, che con una lunga e toccante lettera condivide il proprio dolore sui social.
“La morte non è niente, sono soltanto passato dall’altra parte.
Probabilmente è un espressione utilizzata per alleviare i cuori di chi resta. Dal 14 febbraio 2015 la vita che sino ad allora ho vissuto è morta con lui. In quel preciso attimo oltre a morire un brillante medico, un figlio, un fratello, un amico è morta anche la vita di una famiglia. Catapultata in una realtà triste, odiosa, insidiosa. Una vita piena di parole che non coincidono affatto con quello che è realmente accaduto. Questo mio scritto non parla d’amore
Ma di quanto dolore, tristezza, rabbia, frustrazione e non esistono parole per esplicare quello che realmente si prova. Quanta forza ci vuole per immaginare cosa abbia potuto provare Aldo quella notte attorniato da amici e sconosciuti che guardano un film in diretta: un omicidio.
Come si può veder pestare a sangue un individuo senza battere ciglio, senza dire una parola, senza muovere un solo dito? Come fate a vivere con questa consapevolezza? Molti mi dicono che dobbiamo perdonare. Ma perdonare chi? Nessuno lo ha mai richiesto. Nel mio cuore confido sempre nella giustizia. La vera, pulita, corretta Giustizia che forse c’entra poco con la legge. Aldo, sei il sole che illumina i miei giorni e la luna che culla i miei sogni. Ti porto sempre con me. Non potrò mai dimenticarti, non potrò mai dimenticare l’amore che eravamo tutti insieme. Sei stato, sei e sarai il mio esempio, la mia guida, il mio desiderio spegnendo le candeline. Sono grata a Dio della forza, della dedizione e dell’amore che ogni giorno ci dona per affrontare sempre e comunque questa vita a testa alta. Mi manchi tanto
Probabilmente te lo dirò per sempre. Lotteremo sempre per far sì che tu possa riposare in pace. Ti voglio bene”.
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14 Giugno 2020, 12:51