Alex, dopo la tragedia il ricordo| Striscioni invadono Brancaccio - Live Sicilia

Alex, dopo la tragedia il ricordo| Striscioni invadono Brancaccio

Alex Battaglia, 19 anni

Alex Battaglia, 19 anni, è morto mercoledì scorso dopo quattro giorni di agonia. Il suo quartiere è stato 'tappezzato' da cartelloni con messaggi di dolore per non dimenticarlo. "Quella sera ci aveva detto che sarebbe tornato subito, ma ad aspettarlo c'era un destino triste per lui e per tutti noi", dicono gli amici.

PALERMO – “Ogni volta che passo davanti a questi cartelloni mi chiedo perchè doveva succedere proprio a lui, non doveva morire”. Le parole di Simona, un’amica di Alex Battaglia, il ragazzo di 19 anni morto mercoledì scorso dopo quattro giorni di agonia, esprimono l’intero dolore di Brancaccio, lo stesso adesso tappezzato di striscioni che ricordano il giovane e la sua voglia di vivere. Dal giorno del suo funerale, celebrato nella chiesa di via Conte Federico, quei messaggi di affetto e di vicinanza alla famiglia del diciannovenne, non sono mai stati rimossi. Anzi, se ne sono aggiunti altri e due si trovano nei pressi del luogo in cui è avvenuto lo scontro violento con un’auto. “Nel nome di Alex questo ed altro – dice Mario -. La strada ha già rubato troppi “figli” al nostro quartiere e abbiamo bisogno di tanta forza per affrontare questa ennesima perdita. Ogni giorno, quando apro gli occhi, so che non potrà più telefonargli, né uscire con lui. La realtà è struggente, qui siamo tutti distrutti”.

La vita degli amici di Alex e della madre è stata stravolta in pochi minuti. Sabato 5 luglio, erano le 22 circa, il ragazzo stava per andare a fare un giro, come ogni week end, con la sua comitiva. “Ci vedevamo sempre al solito posto, decidevamo dove trascorrere la serata e poi partivamo”, dicono gli amici. E quella sera, Alex aveva dimenticato di comprare le sigarette: “Ci aveva raggiunto, ma dopo pochi minuti ci ha detto che sarebbe andato al tabacchi per tornare subito dopo. Non l’abbiamo più rivisto”.

Momenti di angoscia, di estremo dolore quando i ragazzi hanno trovato Alex a terra, sull’asfalto. Un’ambulanza stava per trasportarlo d’urgenza in ospedale: le sue condizioni erano già apparse gravissime. “Sono stati  minuti terribili – aggiungono – che non auguriamo a nessuno. E sono stati infernali anche i giorni successivi, quelli dietro la porta della Terapia intensiva dell’ospedale, da cui Alex non è mai più uscito”. Le condizioni del ragazzo sono infatti precipitate nella notte tra martedì e mercoledì. Un delicato intervento chirurgico non è riuscito a salvarlo e dopo la dichiarazione della morte cerebrale da parte dei medici, la mamma ha acconsentito all’espianto degli organi.

“L’unica cosa che ci consola – dice Giusi – è che adesso abbraccerà il padre, morto diversi anni fa. Sapevamo tutti quanto gli mancasse, come fosse stata difficile la convivenza con il dolore per questa perdita con cui aveva dovuto fare i conti sin da piccolo”. Pensieri messi nero su bianco, negli ultimi giorni, su cartelloni e striscioni che hanno letteralmente invaso il quartiere di Brancaccio: “Alex sei nei nostri cuori”, si legge vicino al palazzo dove il giovane abitava. E poi c’è anche un messaggio da parte di tutte le mamme della zona: “Per noi resterai sempre il nostro piccolo Alex”.

Nel frattempo, sulla pagina Facebook del diciannovenne, amici e conoscenti continuano ad esprimere il proprio dolore. Guardano quegli occhi chiari e non riescono a fare a meno di scrivere qualche riga. Ma anche chi non lo conosceva, non può che associare il triste destino del ragazzo a quello di un altro giovane che ha perso la vita la scorsa settimana sull’asfalto. Litterio Russo, 21 anni, si è schiantato contro un albero di via Ernesto Basile lunedì sera: “Un altro angelo volato in cielo – scrive Valeria – era un ragazzo molto giovane. Capisco che meritava il meglio e so il dolore che provate perché a me è morto il mio piú grande cugino, Litterio. So che nn si puó dimenticare facilmente e spero siano loro adesso a darci la pace e la forza per stare tranquilli”.


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