PALERMO – “Sono stato pesantemente offeso. E ho deciso di prendermi una pausa di riflessione, per capire cosa fare”. Il presidente Rosario Crocetta non l’ha mandata giù. Quella frase, quelle parole pronunciate dall’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio che ironizzavano sui viaggi del presidente a Filicudi, finite negli atti dell’inchiesta “Mare Monstrum” non le ha per niente gradite. Al punto da “arrivare a pensare che Pistorio debba lasciare la giunta”. Ma al momento, questa è solo una ipotesi.
Perché oggi, quasi certamente, il governatore e il suo assessore si vedranno. E proveranno a chiarirsi. C’è da ricucire uno strappo profondo. Anche perché, secondo Crocetta, “tutto questo caos, le contestazioni nei miei confronti sono solo il frutto delle chiacchiere tra Pistorio e i suoi collaboratori. Puro gossip e del tutto campato in aria. Che però – aggiunge Crocetta – mi ha fatto finire sui giornali per quindici giorni di fila, sottoponendomi a uno stress fortissimo”.
Ma per il governatore, più grave ancora delle frasi, sarebbe la gestione del “dopo”. Intanto, perché “Pistorio da quel momento non si è mai fatto sentire, dall’uscita sui giornali di quelle frasi non abbiamo mai parlato”. E poi, soprattutto perché “l’assessore non ha mai sentito l’esigenza – dice Crocetta – di intervenire pubblicamente per spiegare che tutte le accuse a mio carico sono il frutto dei pettegolezzi tra lui e i suoi collaboratori”. Parole dalle quali, ricorda Crocetta, “sono arrivare persino richieste di dimissioni da Attaguile (leader siciliano di Noi con Salvini, ndr) e dal deputato del Movimento cinque stelle Cancelleri. E lui non è mai intervenuto”.
A dire il vero, non solo Pistorio, ma nessun esponente delle giunta, né della maggioranza, ha deciso in questi giorni di prendere apertamente e pubblicamente le difese del governatore. Ma questa è un’altra storia. Ieri, intanto, Crocetta ha risposto ai pubblici ministeri e oggi conferma la sua “soddisfazione per essere riuscito a spiegare che nessun favore da parte mia è stato fatto all’armatore Morace”. Anzi, secondo Crocetta, il suo intervento con la richiesta di recupero delle corse non svolte avrebbe “danneggiato la Ustica Lines”. E ancora, Crocetta considera “assurdo il fatto che io potessi chiedere, per una questione personale – dice – l’aliscafo da Palermo, visto che, come tutti sanno, vivo a Tusa. E per questo motivo, per me sarebbe stato comunque più agevole partire da Milazzo”.
Ma intanto, c’è da cucire lo strappo con l’assessore. E Crocetta, però, in questo senso sembra pronto al ‘contrattacco’: “Verificheremo – dice – come è stato gestito il rapporto con gli armatori in questi anni. E chi li ha favoriti davvero. Se dovessi apprendere, ad esempio, che le corse mai svolte non sono mai state recuperate, allora ecco che ci sarebbe un problema. E molto grave”. L’assessore al momento ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. L’impressione è che la pace tra Crocetta e Pistorio possa solo essere l’inizio di una guerra. Dalla quale però si “sfila” il partito dei Centristi: “Io – dice il segretario siciliano Adriano Frinchi – mi occupo di politica e non di rapporti personali”. Ma se anche questi ultimi dovessero precipitare, ecco che un nuovo caso politico, al tramonto della legislatura, sarebbe inevitabile.
Aggiornamento
“Come fa un assessore omofobo a stare in giunta con un presidente gay? A Pistorio porrò questo problema”. Lo dice all’ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che questo pomeriggio incontrerà l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pistorio. “Sto riflettendo – afferma Crocetta -. Pistorio chieda di essere assunto da Trump”.