Dal 2020 l’Italia deve fare i conti con una serie di casi di listeria, una grave malattia che colpisce chi mangia alimenti contaminati, provocati dallo stesso ceppo batterico (l’St 155). A dicembre 2021 e a marzo e giugno di quest’anno in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna ci sono stati, dicono dal ministero alla Salute “tre decessi di persone in condizioni di fragilità per età e patologie concomitanti”. Due di questi erano già noti all’inizio di luglio e sono avvenuti tra Lombardia ed Emilia-Romagna.
I casi invece, in base agli approfondimenti di un gruppo di lavoro creato per fronteggiare l’emergenza, sarebbero stati 66, una parte dei quali sono finiti in ospedale. C’è voluto tempo per capire quale fosse la causa delle infezioni nell’uomo che si sono iniziate a vedere due anni fa. A lungo si è sospettato di un formaggio e sono anche partite segnalazioni di allerta per questo prodotto all’autorità europea che si occupa di sicurezza degli alimenti. Poi, quest’estate, ci sono stati alcuni sequestri di wurstel di pollo e tacchino. Il 23 settembre scorso dal ministero è arrivato un comunicato nel quale si spiega che le verifiche del gruppo di lavoro “hanno rilevato una correlazione tra alcuni dei casi clinici e la presenza del ceppo di Listeria St 155 in wurstel a base di carni avicole prodotti dalla ditta Agricola Tre Valli.
La presenza è stata confermata anche da campionamenti effettuati presso lo stabilimento”. La ditta coinvolta, che produce per più aziende, “ha avviato tutte le misure a tutela del consumatore con il ritiro dei lotti risultati positivi e in applicazione del principio di massima precauzione, di tutti quelli prodotti prima del 12 settembre 2022. Ha inoltre messo in atto una comunicazione rafforzativa di quanto già indicato sui prodotti direttamente nei punti vendita”.
Il lavoro di ricerca delle cause della malattia, comunque, non è finito. Al ministero annunciano nuove indagini su altri lotti e anche “su altri tipi di prodotti che potrebbero essere correlati ai casi umani”.
La “listeria monocytogenes” è un batterio che può essere presente nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione e può contaminare alimenti come latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati. La trasmissione all’uomo avviene per via alimentare. “Bambini e adulti sani possono essere occasionalmente infettati, ma raramente sviluppano una malattia grave a differenza di soggetti debilitati, immunodepressi e nelle donne in gravidanza in cui la malattia è più grave”. La malattia può presentarsi come un’influenza ma anche, nei fragili, con infezioni diffuse a tutto l’organismo e meningiti. Il batterio resiste alle basse temperature ma è molto sensibile a quelle alte. Per questo cuocere gli alimenti è la prima precauzione per evitare l’infezione.
Dal ministero alla Salute invitano i consumatori a conservare con attenzione il cibo e nel caso specifico dei wurstel a rispettare le regole di preparazione indicate sulla confenzione “che normalmente comportano la cottura prima del consumo”.