PALERMO – Il meteorite che ha colpito la zona russa degli Urali, provocando 400 feriti e danni a scuole ed uffici, è caduto in un giorno piuttosto particolare: proprio per oggi è atteso il passaggio record dell’asteroide 2012 DA14, che passerà a soli 27.700 chilometri dalla Terra. Si tratta di un evento epocale: è infatti rarissimo che un asteroide di queste dimensioni – il diametro stimato è di 45-50 metri – si avvicini così tanto alla terra.
Ma questi due eventi possono essere collegati? Gli esperti dicono di no, perché fra i due fenomeni ci sono ben 24 ore di differenza che tradotti in chilometri diventano una distanza ragguardevole nello spazio. La paura sale e i media di tutto il mondo hanno avuto un occhio di riguardo per un fenomeno naturale a cui le persone non sono abituate: Livesicilia ha contattato Mario Nuccio, professore universitario di geochimica, per avere il parere di un esperto al riguardo e capire se esiste in Sicilia un qualche tipo di rischio legato al passaggio dell’asteroide o ad improvvise piogge di meteoriti.
“Non è assolutamente il caso di allarmarsi” – è la risposta secca del professor Nuccio – “Cinquanta anni fa un evento come quello a cui assisteremo stasera avrebbe gettato tutti nel panico perché le misurazioni e le tecnologie non riuscivano a fornire dati certi sulle distanze e sulle traiettorie di questi corpi. Certo” – continua poi l’esperto – “non si possono escludere nemmeno oggi sorprese dai corpi minori”.
L’evento visibile stasera, 20:45 ora italiana, per Mario Nuccio può essere considerato come una prova generale molto utile per gli scienziati: “Sarà possibile osservare il percorso del meteorite e tentare di abbozzare e affinare tecniche migliori per la distruzione o la deviazione di questi corpi. Non si può certo escludere categoricamente che in futuro possano verificarsi impatti importanti con la Terra”. Secondo Nuccio poi, il film Armageddon – che racconta la storia di una squadra dell’esercito americano che tenta un’operazione suicida per distruggere un meteorite di enormi dimensioni tramite un bombardamento – rappresenta un’ipotesi militarmente plausibile, ma scientificamente debole: “I corpi distrutti fuori dall’atmosfera, nella caduta potrebbero raggiungere temperature tali da ricompattarsi prima di precipitare sulla terra. Quindi, il problema non verrebbe risolto. Mi sento di consigliare alla comunità scientifica di concentrarsi molto di più sulle tecniche di deviazione. Purtroppo i test e lo sviluppo di tecniche valide attuati fino ad adesso al momento non bastano”.
Sull’evento straordinario che ha colpito la Russia, il geochimico non ha dubbi: “Il corpo che si è schiantato doveva essere di grosse dimensioni. Dalle notizie che ho raccolto – spiega il professore – si sono verificate ben nove esplosioni e non si esclude che i danni riportati siano stati provocati non solo dall’esplosione del meteorite, ma anche dai frammenti stessi. Il fatto che non si siano disintegrati nel corso della caduta è l’indizio maggiore che ci fa supporre la grande entità del corpo celeste d’origine”.