PALERMO – L’impatto, l’acceleratore premuto con forza e la speranza di passarla liscia. Non si fermano, né prestano soccorso. Si danno alla fuga e fanno perdere le proprie tracce, lasciando sull’asfalto chi hanno appena travolto. Non si creano scrupoli: il numero dei pirati della strada in città continua a crescere trasformandosi in allarme, basti pensare che da gennaio a fine novembre i casi sono stati quasi settanta nel capoluogo siciliano, con una media di un ferito ogni cinque giorni.
E così, di pari passo, si alimenta l’escalation degli incidenti senza alcun responsabile, come nel caso di una giovane donna investita in via Botticelli soltanto pochi giorni fa. Ad avere la peggio è stata una ragazza di vent’anni, travolta da un uomo che guidava uno scooter, all’altezza di via delle Magnolie. Alcuni testimoni hanno raccontato agli agenti della polizia municipale di aver visto sfrecciare un mezzo che riportava il logo delle Poste, alla guida ci sarebbe dunque stato un portalettere. Una vicenda che l’Infortunistica sta cercando di accertare con il contributo delle telecamere piazzate nei dintorni.
Sono proprio gli occhi elettronici collocati da un capo all’altro della città, spesso, ad agevolare le indagini e a farle arrivare ad una svolta. Chi crede di essere sfuggito alle forze dell’ordine viene frequentemente rintracciato grazie ai video o ai numeri di targa velocemente memorizzati da passanti ed automobilisti. E’ il caso di una donna individuata a distanza di poche ore dall’impatto in cui è rimasta ferita una quattordicenne, due mesi fa.
La ragazzina è stata investita dall’auto in piazza Virgilio, in pieno centro città, mentre si recava a scuola. Tra i pirati della strada c’è chi ammette le proprie responsabilità, ma soltanto dopo aver tentato di farla franca. “Chi si costituisce – spiegano dal comando della polizia municipale di via Dogali – racconta quasi sempre di essere scappato perché ha avuto paura, perché temeva di aver ucciso qualcun e di essere linciato da chi ha assistito alla scena. Molto spesso ciò avviene quando l’automobilista si consulta con un avvocato: chi non si costituisce entro ventiquattro ore dall’evento – sottolineano – rischia infatti l’aggravante della fuga oltre all’accusa di lesioni o di omicidio stradale (nei casi più gravi) e quella per omissione di soccorso”.
Casi che si ripetono e che parlano di una vera e propria emergenza, di cui a pagarne le conseguenze sono sempre più frequentemente anziani e bambini. Tre i pedoni investiti da automobilisti in fuga, nel giro di un mese, con età compresa tra i 65 e gli ottant’anni: in due casi i feriti sono deceduti in ospedale dopo vari giorni di agonia. Risale soltanto al 7 dicembre, invece, l’incidente in cui è rimasta coinvolta una bambina di sette anni originaria dello Sri Lanka: stava attraversando la strada in viale Michelangelo insieme alla madre, quando sono state investite da un uomo a bordo di uno scooter. Dopo l’impatto è scappato, a tutto gas, senza prestare soccorso.
Una scia di incidenti che rende ancora più drammatico il quadro generale della sicurezza sulle strade, dove nell’ultimo anno sono stati rilevati 2968 sinistri, in aumento rispetto al 2015, in cui se ne erano registrati 2852. Alla base degli schianti, eccesso di velocità, mancato rispetto dell’obbligo di precedenza, elevata distrazione alla guida, mancato uso delle cinture di sicurezza e utilizzo del cellulare senza auricolare.