PALERMO – “Ci appare strano di come gli elementi negativi sul preventivato bilancio 2022 dell’azienda non vengano affrontati con immediata risolutezza, mentre ci si appresta a spendere ulteriori risorse per le guardie giurate che, bisognerà comprendere come impiegare al massimo, dato che, mancano i bus. Mentre gli autisti mancanti servirebbero proprio a scongiurare con la percorrenza chilometrica, il disavanzo di bilancio per l’esercizio corrente”. Lo affermano, in una nota congiunta, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl, Cobas e Orsa Tpl sulla vertenza Amat, l’azienda per il trasporto urbano di Palermo.
“L’Amat corre imperterrita verso la direzione opposta – aggiungono – abituando i cittadini di Palermo a fidarsi del solo mezzo privato, in barba a tutte le logiche e le indicazioni sul tema della mobilità collettiva. Quando un servizio pubblico non funziona non resta altro da fare ai cittadini che arrangiarsi con quello che hanno. La città fra le prime in Italia per numero di abitanti eppure fra le ultime in termini di servizio offerto ai propri cittadini complice una strategia miope, distratta da chissà quali ragioni che arretrano l’offerta di servizio”.
“L’Amat non solo ha più che dimezzato i suoi servizi alla città negli ultimi 15 anni – osservano i sindacati – ma oggi sta ancora procedendo a rendere ancora più inefficace quel che rimane del servizio di un tempo prodotto con 425 bus. Oggi sono in strada mediamente non più di 125 bus quando va bene e se divisi per il numero di abitanti è facile per chiunque intuire quale sia l’offerta di servizio, un bus ogni 80 mila abitanti cioè il nulla. Nonostante un concorso bandito ed espletato, 100 assunzioni ancora necessari – concludono – rimangono al palo dentro una graduatoria bloccata che permetterebbe quantomeno di equilibrare quel poco di servizio ormai rimasto, preventivato dal contratto di servizio e non ottemperato”.