PALERMO – Il settore mobilità dell’Amat chiede risposte in merito al proprio futuro. I dipendenti del comparto, infatti, premono per ridiscutere l’attuale contratto, che prevede un impegno part-time, al fine di approdare ad un full-time che comporterebbe un impiego giornaliero non più di quattro ore e trenta minuti bensì di sei ore e mezza.
A spiegarne le ragioni Massimo Bommolino, uno dei lavoratori promotori della proposta, intervistato da Livesicilia: “Siamo lavoratori Amat oramai da 7 anni, nel corso dei quali abbiamo avuto una graduale progressione oraria che ha portato alle attuali quattro ore e mezza giornaliere per sei giorni settimanali. Recentemente – prosegue Bommolino – siamo venuti in possesso di uno stralcio del bilancio dell’azienda da cui si evincono alcuni dati relativi al nostro comparto. Produciamo un utile annuo di circa novecentomila euro, che ci permette di essere in attivo. Gli introiti che Amat trae dal nostro lavoro derivano dalle schede parcheggio e dagli abbonamenti, mentre il denaro derivante dalle contravvenzioni che eleviamo, oltre un milione di euro all’anno, finisce nelle casse della polizia municipale”.
Bommolino, inoltre, spiega quali sarebbero i vantaggi di cui beneficerebbero l’azienda e, conseguentemente, anche il comparto mobilità: “Se il nostro settore venisse incentivato con una maggiorazione oraria, vi sarebbe un incremento degli introiti di cui innanzitutto trarrebbe giovamento l’Amat. Si tratterebbe di un’operazione a costo zero, perché l’utile sarebbe abbondantemente sufficiente per adeguare i nostri accordi contrattuali. Peraltro avremmo anche la possibilità, sulla base delle nostre competenze, di essere utilizzati anche in altri settori, ad esempio quello della squadra di verifica dei titoli di viaggio (ex controllori, ndr), al momento carente di personale. Anche questo è un comparto che, se potenziato, potrebbe portare parecchio denaro nelle casse aziendali”.