Amia, evitato il fallimento. Il tribunale di Palermo ha sciolto la riserva sul piano proposto dal liquidatore Baldassare Quartararo e ha rinviato l’udienza al 12 ottobre per mettere le parti interessate in condizioni di presentare la proposta.
Nessun fallimento dunque per l’azienda, che però non è ancora completamente salva. Entro luglio il liquidatore dovrà predisporre il concordato preventivo, che dovrà poi passare al vaglio dei commissari e del ministero per lo Sviluppo economico, che eventualmente autorizzerà il deposito in tribunale. Un concordato che dovrebbe permettere di abbattere di quasi due terzi i debiti della società, salvandola dal baratro.
Il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alle aziende, Cesare Lapiana, esprimono “soddisfazione e compiacimento per la decisione assunta oggi dal Tribunale”, confermando allo stesso tempo che “è interesse massimo dell’amministrazione comunale, perché è interesse massimo della città, scongiurare definitivamente il rischio di fallimento di un’azienda strategica per lo sviluppo della collettività”.
E il motivo è presto detto: il fallimento dell’Amia comporterebbe il fallimento dell’intero comune che per ricapitalizzare l’azienda ha impegnato immobili, soldi e il 49% delle azioni di Amg. “Mentre ci avviamo ad uscire dall’emergenza – continuano Orlando e Lapiana – stiamo già lavorando al futuro che passa attraverso la raccolta differenziata e la realizzazione della sesta vasca di Bellolampo, progetti che restituiranno a Palermo un’azienda pubblica sana e produttiva”.
Ma, per una buona notizia che arriva, eccone un’altra assai meno positiva. Sarebbero a rischio, infatti, le quattordicesime che sarebbero dovute essere pagate a giugno ma di cui, ad oggi, non c’è alcuna traccia. Nonostante il sindaco avesse approvato una modifica alla convenzione per accorciare i tempi di pagamento: il problema, infatti, sarebbero i soldi.
“Siamo contenti della decisione del tribunale – dice Dionisio Giordano, della Cisl – soprattutto perché impone all’amministrazione comunale, ai commissari e al liquidatore di definire la partita del concordato per fare uscire l’azienda dal pantano dell’amministrazione straordinaria. Con l’occasione, però, vorremmo ricordare che i lavoratori attendono ancora di ricevere la quattordicesima mensilità e, siccome il Festino è alle porte, ci auguriamo arrivino buone notizie anche su questo fronte. Auspichiamo dalla burocrazia comunale un atteggiamento uguale a quello dell’amministrazione politica sulla vicenda Amia”.
Il problema sarebbe, infatti, la mancanza di liquidità per l’azienda, che attende ancora 8,4 milioni di euro dall’Ato Messina 4 e che quindi, ad oggi, non è stata in grado di pagare la quattordicesima con il rischio, elevatissimo, di scioperi e manifestazioni la settimana prima di un Festino che per giunta cadrà di domenica. E qualcuno già ipotizza astensioni dal lavoro per il 15 luglio.
Sul fronte Gesip, invece, nessuna novità. La task force si è tecnicamente insediata ma, contrariamente alle aspettative, non ha preso alcuna decisione per poter studiare il piano elaborato dal comune. Un nuovo rinvio che rischia di riaccendere gli animi.