PALERMO – La rivoluzione di Crocetta passa anche da Roma. Nella Capitale, oggi, il presidente della Regione in pectore ha incontrato leader e dirigenti di partito per chiarirsi le idee sulla composizione della prossima giunta. In attesa della proclamazione ufficiale che potrebbe arrivare, finalmente, venerdì. Giorno nel quale inizieranno una serie di consultazioni anche con i dirigenti siciliani. La visita romana di Crocetta è anche il segno di come la composizione del prossimo governo non potrà non essere influenzata dalle elezioni politiche che si celebreranno tra pochi mesi. Nell’agenda del nuovo presidente, oggi, erano previsti gli incontri col responsabile del Pd per gli enti locali Davide Zoggia, con Pierferdinando Casini e con Gianfranco Fini. Ma l’idea che Crocetta ha manifestato ai leader è quella di un governo di “tecnici di alto profilo”. In particolare in alcuni assessorati-chiave come quelli dell’Energia e delle Risorse agricole. Dove non si escludono nemmeno “colpi ad effetto”. Insomma, il nuovo governatore proverà a dare spazio alle competenze, a personalità in qualche modo “indiscutibili”. Eventualmente supportate da dirigenti generali di più chiara matrice poltica.
Insomma, colloqui, incontri, idee sono all’ordine del giorno. Ma per fortuna c’è già qualche punto fermo. E qualcun altro che potrebbe consolidarsi nelle prossime ore. Lucia Borsellino è certamente il prossimo assessore alla Salute, mentre Franco Battiato (salvo ripensamenti) dovrebbe andare al Turismo. In realtà, un’altra casella che pare già in qualche modo assegnata è quella dell’assessorato all’Economia, che dovrebbe andare al Partito democratico. E in questo caso, Antonello Cracolici sembra aver superato Beppe Lumia. L’ex capogruppo all’Ars, infatti, farà pesare la sua decisione di “misurarsi” in prima persona in queste difficilissime elezioni regionali, oltre alla sua attività assai complicata di presidente del gruppo parlamentare in una legislatura molto confusa e tesa.Potrebbe essere questa l’unica “deroga” ai partiti. Almeno, nelle intenzioni di Crocetta che starebbe accelerando per riuscire a riempire le caselle che mancano entro venerdì, giorno della proclamazione.
Ma dovrà vedersela con i partiti. Che invece spingono per propri esponenti in giunta. Per quanto riguarda il Pd, al di là del discorso riguardante Cracolici, un nodo da sciogliere è quello riferito alla corrente di “Innovazioni”. Se le proposte di Fanco Rinaldi e Baldo Gucciardi sembrano sempre le più “vive”, in queste ore sta prendendo quota un’altra proposta: quella del dirigente messinese Piero David. Torna prepotentemente in gioco anche il nome di Bernardo Mattarella, che sarebbe il preferito dell’area che fa riferimento a Mirello Crisafulli. Indicato inizialmente come candidato in un’ottima posizione nella lista Pd alle prossime politiche, infatti, Mattarella, di fronte alla possibilità che vengano reintrodotti i voti di preferenza starebbe pensando di prendere in considerazione l’ipotesi assessoriale. Un’idea sponsorizzata, pare, anche dal vertice nazionale del partito. Infine, ecco l’area Lupo, dove il segretario regionale rinuncerebbe a un posto in giunta, che a quel punto sarebbe assegnato a Luigi Cocilovo o a Marella Maggio, eletta nel listino di Crocetta. Quest’ultima scelta sta prendendo quota in queste ore, per diversi motivi: da un lato, quello di far crescere la “quota rosa” in giunta (Crocetta aveva annunciato che metà dell’esecutivo sarebbe stato composto da donne), dall’altro, quello di dare un assessorato a una deputata. Una scelta utile, insomma, anche nell’ottica del “taglio agli sprechi” (gli assessori non eletti all’Ars costano di più). Inoltre, le competenze maturate nell’esperienza di sindacalista ne fanno uno dei deputati più “tecnici” tra i “politici”.
E il capitolo “donne al governo” potrebbe essere decisivo nella composizione della giunta, dove potrebbero entrare anche Mariella Fedele, moglie del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e un nome assolutamente a sorpresa. Si tratta di Margherita La Rocca Ruvolo, moglie di Giovanni Ruvolo, cardiochirurgo di fama mondiale. Rita, come ama farsi chiamare, potrebbe rappresentare la proposta dell’Udc. Partito che, al momento però, mantiene in pole position i nomi di Giovanni Ardizzone, Lino Leanza e Nino Dina. Uno dei tre potrebbe essere anche il prossimo presidente dell’Ars. Da non escludere nemmeno il ritorno di Andrea Piraino che ha svolto il ruolo di “tecnico” con Lombardo.
Rimangono da sciogliere altri nodi, come detto. Come quello riguardante la nomina di Franco Battiato. L’idea del governo è quella di spostare alcune competenze dall’assessorato al Turismo a quello dei Beni culturali. Questo per “alleggerire” il lavoro del cantautore. Ma chi andrà alla Cultura? Al momento, uno dei nomi ricorrenti è quello di Manlio Mele, parente dell’ex assessore Massimo Russo, e “sponsorizzato” anche da un nutrito gruppo di intellettuali, e di istituzioni culturali. Ma al momento Crocetta non sarebbe del tutto convinto e starebbe guardandosi attorno. E qualche indicazione in più potrebbe essere arrivata dai colloqui romani. Magari anche l’indicazione di un possibile ingresso in giunta di un assessore gradito ai finiani. Ieri, a dire il vero, l’uscita di Carmelo Briguglio sulla presunta “irregolarità” delle elezioni, avrebbe infastidito alcuni esponenti della maggioranza. Qualcuno ha interpretato la mossa come un tentativo di “alzare il prezzo”. L’impressione, però, è che alla fine Crocetta possa optare per una scelta salomonica: cioè Fabio Granata in giunta. Si tratta, in fondo, dell’esponente di Fli che più di altri ha criticato la scelta di sostenere Gianfranco Miccichè alle ultime regionali. E che non ha mai nascosto una certa “affinità” dal punto di vista della storia personale fondata sull’impegno antimafia, con Rosario Crocetta. E qualche risposta, nei prossimi giorni, attendono anche Api e Socialisti. Sembra essere sfumato, invece, il ritorno di Confindustria in giunta con un proprio esponente. Ma questo non vuol dire che gli industriali, da sempre tra gli “sponsor” più auteroveli della candidatura di Crocetta, non possano suggerire al futuro governatore qualche personalità di spicco, utile alla causa. Tra gli “esterni” scelti dal presidente, poi, sono sempre caldi i nomi di Alfredo Galasso e Antonio Malafarina, vicequestore di Roma. Tutte le strade, anche quello del governo siciliano, portano lì.