Ancora una volta il cielo di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, si è illuminato di notte. Un’esplosione causata dall’incendio di una Bmw serie 1, ha distrutto il mezzo, la Wolkswagen posteggiata accanto e il prospetto dell’abitazione. Danni per 30 mila euro. L’incendio è stato domato dai vigili del fuoco di Palermo.
L’auto bersaglio dell’atto intimidatorio appartiene al titolare dell’attività di scommesse “Punto Snai”, nel paese che fu il regno di Benedetto Spera, braccio destro di Bernardo Provenzano. L’altra auto distrutta appartiene al padre del titolare dell’esercizio. Per i carabinieri della compagnia di Misilmeri non vi sono dubbi circa la matrice del delitto. Perché già il 17 agosto la stessa sorte era toccata a un macellaio del paese. La bomba carta piazzata davanti la sua bottega esplose causando la distruzione del negozio e il danneggiamento del prospetto della palazzina. E i due fatti, secondo gli investigatori, sarebbero legati “ad una situazione di rapida evoluzione a causa anche del pentimento di Giacomo Greco, che ha inevitabilmente rotto un equilibrio che regnava all’interno della locale famiglia mafiosa”. Il titolare della macelleria vittima dell’attentato si chiama Antonino Greco e suo padre, Luigi, fu vittima di un agguato mafioso nel 1995. Non vi sarebbe, confermano i carabinieri di Misilmeri, uno stretto rapporto di parentela fra il pentito e il macellaio vittima dell’atto intimidatorio. “Piccoli fermenti – spiega ad Ilovesicilia il capitano Greco -, si tratta due episodi minimi. Questo è sempre stato un territorio con fermenti. Tempo fa venne presa di mira la sede locale di Forza Italia. Allora il tiro era più alto”.