PALERMO – Gli operai dell’Ansaldo Breda di Carini possono tirare un sospiro di sollievo: da domani le tute blu dello stabilimento siciliano torneranno di nuovo al lavoro; la società del gruppo Finmeccanica ha sospeso, almeno per il momento, le procedure di cassa integrazione a zero ore avviate, per assenza di nuove commesse, il 7 gennaio scorso per 147 addetti su 153 della fabbrica, che nel Palermitano si occupa di revamping di carrozze ferroviarie. Lo stop al paracadute sociale è arrivato dopo un braccio di ferro tra azienda e sindacati, proseguito fino a notte inoltrata al ministero dello Sviluppo economico, dove si è svolto un incontro con i rappresentanti dei governi nazionale e regionale, della società e dei lavoratori, mentre gli operai di Carini, insieme a delegazioni di lavoratori degli stabilimenti di Pistoia, Napoli e Reggio Calabria, manifestavano in presidio davanti al dicastero di via Veneto.
Una nuova riunione al Mise è stata convocata per la prossima settimana. Il 21 e il 22 gennaio i rappresentanti del governo torneranno a incontrare i vertici di Finmeccanica, dell’Ansaldo Breda e dei lavoratori per analizzare piani industriali ed eventuali processi di riorganizzazione del gruppo; solo dopo sindacati e azienda torneranno a discutere l’ipotesi di avviare la cassa integrazione per gli operai dello stabilimento siciliano. Sindacati soddisfatti per l’esito dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico. “L’Ansaldo Breda – dice Alessandro Bucoli della Rsu della Fiom dell’Ansaldo Breda di Carini – ha fatto retromarcia sulla cassa integrazione. Questo dimostra che la protesta degli operai ha prodotto un risultato importante non solo per Carini ma anche per gli altri stabilimenti del gruppo”. Per Francesco Piastra, della segreteria provinciale della Fiom di Palermo, altrettanto significativo è che “Finmeccanica abbia assicurato che la fabbrica di Carini non sarà dismessa”. “Adesso – prosegue il sindacalista – occorre verificare la sussistenza di nuove commesse e carichi di lavoro per lo stabilimento”.
Ludovico Guercio, segretario Fim Cisl Palermo e il segretario della Cisl Palermo Mimmo Milazzo ritengono “positivo lo sviluppo della delicata vertenza che si era aperta grazie al tavolo di stanotte che si è riunito anche grazie all’impegno profuso dal Sottosegretario Vicari. L’intesa non risolve definitivamente i problemi dello stabilimento del palermitano, ma avvia un confronto con il governo nazionale e il gruppo Finmeccanica, avendo escluso il pericoloso rischio che il futuro di Carini venisse marginalizzazione dalle future scelte industriali del gruppo”. Fondamentale per il futuro del settore, è l’intervento della Regione siciliana, alla quale la Fim Cisl ha chiesto di “procedere alla definizione del Piano trasporti regionale tenendo conto che proprio nel territorio siciliano insiste lo stabilimento di Carini, in modo tale che la scelta sul materiale rotabile da utilizzare, deve diventare una opportunità industriale da sostenere concretamente”. La Fim Cisl nazionale ha dunque sottolineato l’importanza che al tavolo nazionale prenda parte anche Trenitalia.