Antonella non c'è più, risucchiati dal dolore nella vecchia Palermo - Live Sicilia

Antonella non c’è più, risucchiati dal dolore nella vecchia Palermo

Parenti e amici piangono la bimba morta a soli 10 anni

PALERMO – Nella stradina della Kalsa dove abita la famiglia della piccola Antonella si arriva da una piazza. Si prova la forte sensazione di essere risucchiati in un antro di disperazione.

Il silenzio è irreale. Non c’è il brusio tipico dei luoghi della vecchia Palermo. Eppure c’è tanta gente davanti all’abitazione. Più ci si avvicina e più si avverte il dolore, ma si può solo immaginare cosa stia provando la famiglia Sicomero che piange una bimba morta a 10 anni.

Di una morte innaturale nelle logiche della vita, che diventa assurda se davvero, come pare, Antonella è deceduta partecipando o preparandosi a una sfida social.

Che ci sia di mezzo una sfida social forse su TikTok nella stradina lo danno per assodato, ancor prima delle conferme degli investigatori: “Perché una banbina dovrebbe fare una cosa del genere?”. E cioè stringersi una cintura al collo. Per l’ufficialità serve aspettare l’analisi del telefonino di Antonella trovato accanto al corpo nel bagno di casa. “Non dovete giudicare, sono cose che possono succedere a tutti. È un dolore troppo grande”, spiega un uomo che dice di essere un parente della famiglia Sicomero. Non è il momento dei giudizi, se mai lo sarà, ma quello del dolore e del ricordo.

Ci sono tre striscioni di fronte alla casa. Raccontano di “un dolce sorriso che non dimenticheremo mai”, di una “principessa” che sarà “per sempre nei nostri cuori”. Su un lenzuolo bianco candido come candida è la vita vissuta da una bambina ci sono le fotografie di Antonella. Un collage attorno alla scritta “ti amiamo”.

Antonella sorride mentre stringe il manubrio di una bicicletta in uno scatto che rende eterna l’innocenza. Ma forse è solo una speranza a cui si aggrappa chi non smetterà mai di piangere. E oggi nella stradina la speranza è morta assieme alla povera Antonella. Domani chissà.

Chi scende dalle scale dell’abitazione ha gli occhi lucidi. “L’ho vista nascere, che era bella quando nuotava nella piscinetta che abbiamo montato qua”, dice una donna.

E i bambini che vivono nella via che ricordo hanno di Antonella? “Giocavamo, giocavamo sempre, è una cosa brutta quella che è successa…”, dicono ripetendo quello che hanno sentito dire agli adulti.

Uno di loro sistema un altro peluche sotto gli striscioni. Elefantini, orsacchiotti, scimmiette, Minnie: guardano tutti verso la casa dove si piange una bambina che non c’è più. Risucchiati, anch’essi, in un budello di dolore. Fra poco Antonella tornerà a casa per l’ultima volta. Il quartiere si prepara per accoglierla.


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