PATERNO’. E’ diventato un caso politico a Paternò la recente nomina a capo del Nucleo di valutazione di Letterio Lipari, attuale dirigente finanziario del Comune di Enna e a lungo ragioniere capo del Comune di Giarre. Fin qui un curriculum di tutto rispetto, se non fosse che il funzionario è attualmente imputato in quattro processi, tre per falso ed uno per truffa aggravata ai danni della Regione Siciliana e tentato abuso d’ufficio. Ma il nome dell’ex dirigente, nei 10 anni di era Sodano a Giarre, è accostato anche a tante altre vicende dai contorni poco chiari. Per citarne qualcuna: il concorso per i vigili urbani del 2010, in cui attraverso una lettera anonima furono anticipati i nomi dei vincitori; l’appalto senza gara per la pubblica illuminazione, affidato alla Telecom; le ingenti spese sostenute dall’ente per il trasferimento di alcuni uffici comunali nella sede di via Federico II di Svevia.
A Paternò Letterio Lipari ritroverà Aldo Motta, attuale assessore al Bilancio, ed ex segretario comunale a Giarre. A sollevare la questione nel civico consesso paternese, a nome della minoranza, il consigliere comunale Anthony Distefano. “Si tratta di una nomina inaccettabile e inopportuna – spiega il consigliere di Rialzati Paternò – Viene meno infatti a mio avviso anche il comune senso del pudore. Non c’è nessun preconcetto o attacco nei confronti della persona. C’è semmai l’inopportunità della scelta in un momento in cui la politica ha bisogno di rappresentare l’etica nel miglior modo possibile. Per questo – conclude Anthony Distefano – ritengo che una persona rinviata a giudizio, tra l’altro per questioni legate ad atti amministrativi, non possa stare a capo di un Nucleo di valutazione”.
LE INCHIESTE. E’ il 2007 quando, secondo la Procura di Catania, l’allora dirigente dell’ufficio finanziario del Comune di Giarre Letterio Lipari, in concorso con il capo servizio Salvatore Trischitta, altera alcuni atti e li consegna ad un ispettore del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di due delibere di giunta, entrambe in materia di ripartizione del salario accessorio. Il funzionario viene rinviato a giudizio per falsità materiale in atti pubblici. Risponde invece di falsità ideologica, insieme all’ex primo cittadino giarrese Teresa Sodano, nel processo che ruota attorno alla famigerata determina sindacale 75 bis con cui a fine 2012, venne raddoppiato il canone idrico. Per l’accusa i due imputati avrebbero apposto su quell’atto una data falsa, retrodatando il provvedimento di quasi due mesi con l’obiettivo di evitare il dissesto dell’ente. Ancora di un’accusa di falso dovrà difendersi Lipari nel processo che lo vede alla sbarra per aver apposto falsi visti di regolarità contabile su tre determine dirigenziali. Nel periodo in cui i provvedimenti furono emessi il dirigente si trovava in congedo per aspettativa e quindi, secondo la Procura di Catania, non sarebbe stato legittimato ad apporli. Non solo. Per l’accusa Lipari avrebbe anche indotto in errore una dipendente, spingendola a modificare le date di apposizione dei visti contabili sul registro delle determine, in modo tale da farle combaciare con il periodo in cui egli era ancora in servizio. Infine dovrà rispondere, ancora una volta con l’ex sindaco Sodano, di tentata truffa aggravata ai danni della Regione Siciliana e tentato abuso d’ufficio. Al centro dell’inchiesta, questa volta, il progetto di assistenza domiciliare agli anziani “Home Care”. Secondo la Procura di Catania sarebbero state previste somme di denaro, non dovute, per i dipendenti comunali coinvolti e sarebbero, inoltre, state individuate figure esterne senza aver prima compiuto le necessarie verifiche interne. Una truffa non andata a buon fine, sempre secondo l’accusa, solo perché il progetto non è mai entrato nella fase operativa.