PALERMO – Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’imprenditore favarese Angelo Ciccotto, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma sulle commesse milionarie in Anas. Si trova agli arresti domiciliari. Stessa misura cautelare per Tommaso Verdini, figlio dell’ex senatore Denis (anche lui indagato) e cognato del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Attraverso la società di lobbying Inver avrebbero messo le mani su una serie di appalti.
Ciccotto, da tempo residente a Parma, legale rappresentante del Consorzio Stabile Aurora, è accusato di corruzione e turbata libertà degli incanti. È di lui che parlava Luca Cedrone, della direzione appalti e acquisti di Anas, quando diceva: “Però cerchiamo di dargli una mano a ste ca…o di imprese di Ciccotto no?”.
Secondo la finanza di Roma, Ciccotto una mano l’avrebbe ricevuta in almeno sette appalti sospetti. Gli investigatori avrebbero trovato una correlazione e scrivono: “In concomitanza con l’inizio del rapporto di fatturazione con la Inver (la società dei Verdini ndr) il Consorzio Stabile Aurora risulta aggiudicatario di gare bandite da Anas per un importo complessivo superiore di 100 milioni di euro“.
I legali di Ciccoto, gli avvocati Giovanni Castronovo e Mario Antinucci, contestano la parziale utilizzibiltà di alcuni atti d’indagine che sarebbero stati svolti oltre i tempi stabiliti dalla legge. “Al mio cliente viene attribuito un ruolo marginale in questa vicenda. È un imprenditore perbene, incensurato, che ha subìto una misura cautelare grave. Ci difenderemo nelle sedi opportune”, spiega l’avvocato Castronovo. Prima però dovranno studiare bene gli atti.