PALERMO – Non hanno trovato la prova delle tangenti, ma restano i forti sospetti del condizionamento di una mega gara d’appalto. Quella da 27 milioni di euro aggiudicata per ammodernare la comunicazione della Forestale e potenziare il sistema di videosorveglianza dei boschi. La cosiddetta “Dorsale digitale”.
In verità, due ex dirigenti del Corpo forestale, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi, nei giorni scorsi, sono stati condannati perché avrebbero incassato tangenti rispettivamente per 149 mila e 90 mila euro. Adesso si scopre che l’indagine era molto più ampia. Sei persone sono sotto accusa per turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Oltre a Marranca e Quattrocchi hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini anche Massimo Campione, Giovanni Tesoriere, Maurizio Longo e Maria Grazia Butticè.
Nella notte fra il 3 e il 4 settembre 2015 gli agenti della sezione Anticorruzione della Squadra Mobile fermarono in aeroporto l’imprenditore agrigentino Campione, titolare di un’impresa di costruzioni, strade e impianti eolici. Nella sua Audi A3 trovarono una borsa in pelle che conteneva 15 fogli scritti a mano. C’erano i nomi delle persone a cui avrebbe pagato tangenti, tra cui Quattrocchi, Marranca e Dario Lo Bosco, ex presidente di Rfi, Rete ferroviaria italiana, nonché ex presidente dell’Ast ed ex commissario della Camera di commercio di Catania. Anche quest’ultimo è stato condannato nei giorni scorsi. Il suo prezzo della corruzione ammonterebbe a poco più di 58 mila.
Si trattò della conferma del quadro investigativo ricostruito dai pubblici ministeri Claudio Camilleri ed Enrico Bologna. Uno stralcio giunge ora all’avviso di conclusione notificato agli avvocati degli indagati. Ciascuno con il proprio ruolo avrebbero partecipato al “disegno criminoso” per “turbare” tra il 2010 e il 2011 la gara bandita dalla Regione siciliana e aggiudicata alla Sistet srl, a cui è subentrata la Sistet Technology.
In particolare, Campione, rappresentante legale e amministratore di fatto delle due imprese, in concorso con la sua fiduciaria, Maria Grazia Butticè, avrebbe sfruttato il timbro di un ingegnere all’oscuro di tutto e di cui sarebbe stata anche falsificata la firma per dare, sostiene l’accusa, “una parvenza di completezza e regolarità” alla documentazione che serviva per partecipare alla gara.
Quattrocchi, Tesoriere (pro rettore e preside della facoltà di Ingegneria dell’università Kore di Enna, per lui cadde subito l’ipotesi di corruzioni contestata nella prima inchiesta) e Longo – tutti componenti della commissione tecnica di valutazione – avrebbero pretestuosamente scartato le altre offerte facendo della Sistet l’unica impresa rimasta in corsa. Marranca, dirigente del Corpo forestale, avrebbe aggiudicato infine la gara malgrado “il difetto di esecutività degli elaborati e l’assenza delle autorizzazione in materia edilizia e ambientale”. Lo stesso Marranca avrebbe dato il via libera all’iter predisponendo il bando come se si trattasse di una fornitura di servizi e senza menzionare le opere infrastrutturali che servivano – tralicci, impianti fotovoltaici e minieolici – in modo da eludere i controlli che altrimenti sarebbero spettati all’Urega, l’ufficio regionale per le gare e gli appalti.
Nel giugno scorso Campione era uscito dal processo che si è chiuso nei giorni scorsi con la condanna. Il gup ha accolto l’istanza di Campione, disponendo l’affidamento in prova ai servizi sociali che porterà all’estinzione del reato. L’imprenditore ha collaborato con i magistrati di Palermo, ma non ha convinto del tutto. Ci sono ancora vicende da chiarire.