(Roberto Puglisi) Domani mattina, alle dieci, nelle stanze dell’assessorato alla Salute, si terrà una sorta di secondo round sindacale, dopo il primo con i privati convenzionati, che sono stati riconvocati per la prossima settimana, dopo la fumata nera. Domani, infatti, è previsto l’incontro per dare forma alla matassa dei cosiddetti ‘precari Covid’. Come una vivace esperienza di Sanità sul territorio sia confluita nell’eterna diatriba sul precariato non è un mistero. Adesso, si rende necessaria affrontare la questione nei termini consueti dei posti di lavoro e delle stabilizzazioni, mentre, sullo sfondo, lo scenario dei sofferenti alle prese con servizi carenti è una storia nota.
La bozza di partenza
Si parte da una bozza che l’assessore Giovanna Volo ha messo sul tavolo e che indica un percorso verso la stabilizzazione degli esclusi, in un percorso condizionato. Si legge nel documento: che “è consentito assumere a tempo indeterminato il personale dirigenziale sanitario, sociosanitario e amministrativo reclutato dagli enti del Servizio sanitario nazionale, anche con contratti di lavoro flessibile e anche qualora non più in servizio. Che abbia maturato o che maturerà al 31 dicembre 2024, alle dipendenze di un ente del Servizio sanitario nazionale, almeno diciotto mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno sei mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022”.
“Per il restante personale escluso dalle procedure di stabilizzazione sopra citate – si legge ancora – e che abbia maturato almeno sei mesi di servizio, durante il periodo di emergenza, per come sopra individuato” è possibile “riconoscere un punteggio premiale fino a un massimo di cinque punti”. Gli aspetti da discutere sono tanti, soprattutto il fabbisogno della Sanità pubblica a cui rimane legata ogni ipotesi di assunzione.
Cosa pensano i sindacati
Le reazioni, a caldo, sono state contraddistinte da una certa perplessità. Anche quelle a freddo: “Abbiamo studiato, in questi giorni, il documento, è un primo passo in avanti, una apertura, con il coinvolgimento dei sindacati – dice Danilo Borrelli della UilTemp –. Il protocollo così com’è non ci piace, ci sono molte persone che rimangono fuori. Non si parla, per esempio, di tecnici informatici e ci vogliono tempi certi sulla rivisitazione e sull’allargamento delle piante organiche e, quindi, sui concorsi. Sono state già presentate le nostre controproposte”.
Una posizione non dissimile da quella della Cgil. La piattaforma di richiesta si basa su alcuni passaggi considerati ineludibili: la revisione del piano triennale del fabbisogno del personale con un aumento immediato, viste le carenze in organico, nuovi bandi di gara a pochi giorni dalla eventuale firma del protocollo, un prolungamento dei contratti a tempo determinato e una riserva per chi ha affrontato la pandemia.
L’appello a Schifani
Nel frattempo, un gruppo di lavoratori che ha affrontato la pandemia, ha contattato LiveSicilia.it per inviare una sorta di lettera-appello al presidente della Regione, Renato Schifani. Ne riproduciamo uno stralcio: “Noi non potremo mai cancellare dalle nostre memorie quei terribili giorni. Aiutare la propria gente, vedere gli occhi delle persone fragili, che esprimono terrore, vedere gli anziani sconfortati e spesso abbandonati da chi avrebbe dovuto accudirli, sono scene, occhi, parole e gesti che ogni sera ci accompagnano, così come ricordiamo la paura di ammalarci e far ammalare le nostre famiglie”.
Si batte molto sulla necessità di questo personale, anche adesso, con la cessazione dell’emergenza. Ed ecco l’appello: “Presidente, speriamo lei voglia apportare una decisiva impronta, convinti che la fiducia in lei sia stata ben riposta, non solo per noi lavoratori, ma per tutti i siciliani”.