PALERMO – Tutto la zona di Guarnaschelli si è stretta intorno alle famiglie di Massimiliano Perricone e Salvo Zarcone, i due ragazzi trovati senza vita nelle acque di Ficarazzi, dopo diciotto giorni di ricerche. I palloncini bianchi davanti alla chiesa Santa Maria Goretti di corso dei Mille riportavano il loro nome, ma anche quello di Davide Arena, legato ai due giovani da un destino tragico che ha gettato un’intera comunità nello sconforto. Le parole del sacerdote sono arrivate alle orecchie di chi ha voluto salutare per l’ultima volta Salvo e Massimiliano, anche all’esterno della chiesa, da cui è stato possibile seguire la cerimonia tramite due artoparlanti. Gli amici e i parenti dei ragazzi hanno atteso anche in strada che i due feretri uscissero, per accompagnarli nel loro ultimo viaggio: quello verso il cimitero di Villabate per Salvo e quello di Santa Maria di Gesù per Massimiliano.
Applausi, lacrime, dolore. Chi conosceva i tre giovani diportisti, che la mattina del 24 marzo non hanno più fatto rientro a casa, ricorda come se fosse ieri quel giorno: “Mio cugino mi ha raccontato che erano andati a prendere un caffè poco prima che si recassero al porticciolo – racconta un amico dei due -. Era prestissimo quando si sono incontrati al bar Tiffany di via Messina Marine, ma poi hanno deciso di andare a pescare”. “Sì – aggiunge la madre di un giovane che quel giorno si trovava al porticciolo – mio figlio li conosceva e quella mattina disse loro di evitare di uscire in barca. C’era vento. Loro uscirono, tornarono poi indietro per far scendere una ragazza che era a bordo, ma decisero di proseguire”.
Una versione confermata anche da alcuni pescatori che il giorno dopo furono ascoltati dagli uomini della Capitaneria di porto, che in queste settimane, nel frattempo, non avevano mai interrotto le ricerche. “Questi tre giovani – ha detto il sacerdote durante la celebrazione dei funerali – erano uniti come fratelli nella vita e lo saranno anche nel regno di Dio. Che Dio li accolga con gioia ed aiuti le famiglie e gli amici, per i quali dobbiamo pregare”. Dentro la chiesa, in prima fila, c’erano proprio le famiglie di Massimiliano e Salvo, entrambi avevano una sorella ed un fratello. I genitori di Zarcone, qualche anno fa, persero anche una figlia: “Che tragedia – commenta una vicina di casa – e quante lacrime. Li conoscevo bene, so che erano abbastanza esperti, ma quando la sfortuna si unisce all’immensità del mare, c’è poco da fare”.
La chiesa di Santa Maria Goretti è la stessa in cui Davide, Massimiliano e Salvo, da piccoli, si incontravano. Nati e cresciuti in quel quartiere dove tutti conoscono tutti, giocavano a calcio nel piccolo cortile alle spalle dell’edificio. Lungo quella strada, oggi, solo auto parcheggiate da chi si è recato ai funerali: “Fino a ieri pomeriggio questo tratto era invaso dai rifiuti. Erano vere e proprie montagne di immondizia – dice un residente -. Ma grazie agli uomini del servizio notturno dell’Amia la via è stata liberata. Ci teniamo a ringraziarli”.