PALERMO – Uno scontro politico in piena regola, forse il più dirompente di questa consiliatura, che adesso arriva sul tavolo del nuovo Segretario generale Antonio Le Donne. Da un lato Giusto Catania, ex assessore e capogruppo di Sinistra Comune, dall’altro Giulia Argiroffi e l’intero Movimento cinque stelle che fa quadrato attorno all’architetto finita al centro della bufera.
Una polemica non nuova, di cui Livesicilia – così come altre testate – ha scritto più volte in queste ultime settimane. La Argiroffi, infatti, è il direttore tecnico del consorzio Aedars: una circostanza che, secondo Catania, la renderebbe incompatibile col ruolo di consigliere comunale, tanto da provocarne la decadenza da Sala delle Lapidi, mentre secondo l’interessata non avrebbe alcuna refluenza, con il M5s che punta il dito contro la “vecchia politica”.
Una questione che, dopo il feroce scambio di accuse a suon di comunicati stampa, ieri è arrivata su un nuovo piano con il coinvolgimento del nuovo Segretario generale Antonio Le Donne. Segretario che, in realtà, non si è ancora insediato a Palermo ma che, non appena arriverà, dovrà esprimersi sull’eventuale incompatibilità.
La nota del capogruppo di Sc è lunga otto pagine e ripercorre, tappa per tappa, tutta la vicenda. “Dal settembre 2016 – scrive Catania – la Argiroffi è direttore tecnico del Consorzio Aedars”. Un consorzio che partecipa a due gare indette dal Comune: quella per l’edilizia residenziale a Borgo Nuovo e quella per i lavori di messa in sicurezza del complesso di Santa Chiara. Nel primo caso, si legge nel dossier messo a punto dal capogruppo di Sinistra Comune, l’Aedars si piazza in quarta posizione ma grazie allo scorrimento viene interpellata, anche se poi rinuncerà.
Di questo ruolo, però, la Argiroffi non fa menzione nel proprio curriculum pubblicato sul sito del Comune e l’informazione compare sulla pagina web solo dal maggio scorso. “L’omessa comunicazione di tale incarico – scrive Catania – quanto meno al momento della proclamazione, non ha permesso all’Amministrazione comunale, nel suo complesso, e al consiglio di adottare le necessarie determinazioni in applicazione della vigente normativa”. Insomma, secondo l’ex assessore, il fatto che la Argiroffi non abbia reso pubblico il suo incarico la renderebbe incompatibile con la carica di consigliere, specie perché è anche componente della commissione Urbanistica.
Catania si fa forte di sentenze e pareri: cita il Consiglio di Stato, la Cassazione, la Corte costituzionale per dimostrare che il ruolo di direttore tecnico non è trascurabile, che un consigliere non può essere portatore di interessi confliggenti con quelli del Comune, che la Argiroffi avrebbe dovuto dire del suo incarico prima della sua proclamazione. “Le regole sull’incompatibilità – si legge nella relazione – sono rivolte ad assicurare il prestigio della Pubblica amministrazione, ponendola al di sopra di ogni sospetto indipendentemente dal fatto che la situazione abbia in concreto creato un risultato illegittimo”. Da qui l’invito al Segretario perché verifichi se ci sia incompatibilità e, in caso affermativo, applichi la decadenza.
Ma alle sortite di Catania, i grillini replicano a muso duro. “Tra i tanti delicati temi trattati dal M5S nell’ultimo anno in consiglio comunale – scrive in una nota il gruppo consiliare guidato da Ugo Forello – ci chiediamo quali siano quelli che hanno infastidito o disturbato gli interessi della vecchia politica per portarla a questa ossessione verso un consigliere di opposizione che dal primo giorno si è distinto per aver avuto il coraggio di denunciare abusi e irregolarità perpetrati da anni a danno dei cittadini e della città, e che hanno interrotto o rallentato interessi e connivenze in seguito a esposti e denunce pubbliche. I rifiuti? Gli abusi edilizi? Il bilancio? Il misterioso Prg?”.
“L’attacco gratuito di questo consigliere della maggioranza – continuano i pentastellati – soprattutto alla luce delle voci provenienti dalla sua stessa fazione politica, secondo cui sarà proprio lui il prossimo assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici nell’annunciato imminente rimpasto di giunta, deve fare riflettere. È appena il caso di rilevare che la collega Argiroffi non versa in alcuna condizione di incompatibilità in quanto non è rappresentante legale della Consorzio Aerdas, del quale è uno dei responsabili tecnici, e, inoltre, il consorzio non ha in essere alcun contratto d’appalto con il Comune di Palermo. Quest’attacco in perfetto stile vecchia politica, la stessa contrastata in consiglio comunale dal M5S, è un segnale inequivocabile della crisi di un sistema di potere che presto verrà deposto dagli stessi cittadini palermitani”.