CATANIA – Il latitante Gianfranco Faro, ritenuto organico ai Santapaola di Librino, non si è fermato a un posto di blocco a Siracusa ed è stato arrestato dalla polizia.
La pattuglia stava presidiando lo svincolo per Priolo Gargallo quando è stata intravista l’auto di Faro, che tranquillamente, con un ordine di carcerazione per associazione mafiosa, era a bordo con moglie e figli. Nonostante l’alt della volante, Faro non si è fermato ed è stato inseguito per alcune centinaia di metri.
Durante la perquisizione della macchina sono stati ritrovati numerosi oggetti rubati.
A incastrare Gianfranco Faro sono stati alcuni collaboratori di spessore, a partire da Ignazio Barbagallo, che lo ha riconosciuto nell’album fotografico degli inquirenti. “Faceva parte del gruppo Lineri – ha detto Barbagallo – concorteria controllata da Fabrizio Nizza, quest’ultimo uomo d’onore e responsabile del Gruppo di Librino per conto del clan Santapaola”. Barbagallo ha precisato che Faro “aveva un fratello di nome Turi, anche lui organicamente inserito nella stessa consorteria, con il quale commetteva rapine e furti di autovetture anche in alcuni importanti autosaloni”.
Il pentito Barbagallo parla anche di Fabrizio Nizza, “uomo d’onore, responsabile di Librino per la famiglia Santapaola e figlioccio di Santo La Causa, che prima controllava anche il gruppo di Lineri a cui appartengono i Faro”.
Un altro collaboratore di spessore, Ettore Scorciapino, ha riconosciuto Gianfranco Faro, con il quale era stato detenuto nel carcere di Piazza Lanza: “Era vicino a Ninu u pazzu, fratello di Santapaola”.
E poi ci sono le dichiarazioni di Eugenio Sturiale: “Gianfranco Faro, fratello di Turi Faro, sono entrambi abili nei furti di autovetture, in particolare Turi. Gianfranco voleva a tutti i costi che Nino Santapaola gli battezzasse o cresimasse il figlio, al fine di diventarne compare. Non so se vi sia riuscito. Faceva comunque parte del clan Santapaola e in particolare del gruppo di Librino, capeggiato dai Nizza. È stato arrestato con me nel blitz del 2000 denominato Zefiro, ricordo che, per un periodo, Antonino Santapaola voleva ucciderlo, perché spendeva in modo sbagliato il nome della famiglia Santapaola e anche perché faceva uso di droga.
E ancora, gli inquirenti hanno interrogato Mario Sciacca e Antonino Scollo. Quest’ultimo ha ricordato che “Gianfranco Faro è un componente della famiglia Nizza di Librino, che fa parte della famiglia Santapaola. I Nizza in precedenza erano vicini alla famiglia di Salvatore Scheletro, insieme al quale si occupavano soprattutto di traffico di droga. Mi risulta che lui e suo fratello vennero alle mani con mio fratello Giuseppe e con Alessandro Strano perché avevano negato di essere responsabili di un furto di auto che interessava a Strano”.